Donald Trump cresce nei sondaggi e inizia la seconda fase della sua campagna elettorale, quella della normalizzazione. Ad annunciare il testa a testa è il presitgioso New York Times, che pubblica un sondaggio secondo il quale la candidata democratica Hillary Clinton e l’eccentrico Tycoon sarebbero alla pari, con il 40% delle preferenze. Una doccia fredda per Hillary, che ha visto anche scendere di 5 punti la fiducia nei suoi confronti da parte dei suoi elettori. La perdita di consenso, probabilmente, è legata alla conclusione dello scandalo mailgate: l’Fbi ha dato parere negativo per una sua incriminazione, ma la ha criticata per la negligenza nell’uso della mail privata per la corrispondenza istituzionale. Non solo, un rilevamento della Rasmussen addirittura considera Trum in netto vantaggio con il 44%, contro il 37% di Hillary. Considerando gli stati in bilico, il partito repubblicano è avanti in Florida, mentre i democratici conservano il vantaggio risicato di un punto in Ohio e di tre in Pennsylvania, Iowa e Virginia. The Donald, dunque, può cominciare a crederci. Il numero 1600 di Pensylvania Avenue non sembra più così lontano e lunedì inizierà la convention repubblicana a Cleveland. Proprio quello sarà il palco della sua consacrazione da candidato, dove iniziare la vera opera di convincimento dell’establishment del suo partito. Il magnate non ha mai goduto fino in fondo del sostegno dei conservatori, la cui ala più moderata ha mal tollerato le intemperanze e le gaffe. Oggi, a quattro mesi dalle elezioni presidenziali, Trump deve cominciare a ricompattare intorno a sè il partito e lo fa a partire dalla scelta del candidato vicepresidente. All’inizio la rosa di nomi sembrava ridotta al governatore del New Jersey Christie, l’ex Speaker della Camera Gingrich, e al generale Flynn, nei giorni scorsi, però, si è fatto largo l’outsider Mike Pence, governatore dell’Indiana. Pence è considerato un repubblicano affidabile e di esperienza visto il passato da parlamentare, viene dal Tea Party ed è noto per le sue posizioni anti-gay e contro l’aborto. La sua candidatura è stata annunciata sul profilo Twitter di Trump, ma la conferenza stampa di investitura ufficiale è stata rinviata dopo l’attentato di Nizza. Durante la tre giorni di Cleveland, poi, The Donald punterà tutto su nomi di grande richiamo mediatico: archiviata la presenza degli ex presidenti della famiglia Bush, al loro posto saliranno sul palco il campione di football Tim Tebow, la prima comandante donna della shuttle Eileen Collins, il cofondatore di PaylPal Peter Thiel e Jamiel Show, attivista anti immigrati dopo che suo figlio è stato ucciso da un clandestino. Obiettivo principale: provare un nuovo balzo nei sondaggi, attaccando la Clinton sul fronte scoperto dello scandalo mail e rassicurando l’elettorato conservatore con un’immagine più istituzionale.