Fiducia nell’Ucraina, che potrebbe riconquistare tutti i territori persi con la Russia, e possibilità per i Paesi Nato di abbattere gli aerei russi in caso di presenza nel loro spazio aereo.

L’ultima presa di posizione – o giravolta - di Donald Trump spiazza tutti, a partire dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha incontrato il tycoon a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il capo della Casa Bianca ha affidato il proprio pensiero al social Truth con l’utilizzo non casuale dei caratteri maiuscoli, sottolineando il ruolo dell’Europa e della Nato, mai come in questo momento un binomio indissolubile per porre fine alla guerra iniziata più di tre anni e mezzo fa.

«Penso – ha scritto Trump - che l’Ucraina, con il sostegno dell’Unione Europea, sia in grado di combattere e RICONQUISTARE tutta l’Ucraina nella sua forma originale. Con il tempo, la pazienza e il sostegno finanziario dell’Europa e, in particolare, della NATO, i confini originali da cui è iniziata questa guerra sono un'opzione concreta».

Le parole di Trump hanno trovato una immediata risposta con la pioggia di missili russi su Kharkiv e le dichiarazioni dei vertici militari di Mosca, secondo i quali la realtà è differente da quanto immaginato oltreoceano: l’Ucraina non è in grado di riconquistare il territorio occupato dal febbraio 2022 e la Russia non è una “tigre di carta”. Tutt’altro.

A fare da grancassa è il solerte portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. «La Russia – ha chiosato - non è una tigre, è più associata a un orso. Non ci sono orsi di carta. La Russia è un orso vero». La Russia da quando ha annesso la Crimea undici anni fa ha occupato circa il 20% dell’Ucraina.

Nel suo intervento di ieri all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che il mondo si trova nella «corsa agli armamenti più distruttiva della storia» e ha invitato la comunità internazionale a prendere misure concrete contro la Russia, dato che Putin intende allargare il conflitto in Europa. «Stiamo vivendo – ha detto Zelensky - la corsa agli armamenti più distruttiva della storia. L’Ucraina è solo la prima e ora i droni russi stanno già sorvolando l’Europa, le operazioni russe si stanno già diffondendo in altri Paesi e Putin vuole continuare questa guerra espandendola. Coloro che hanno le armi decidono chi sopravvive. È una realtà terribile ma inevitabile. 'Il popolo ucraino è pacifico. Vogliamo vivere liberamente in un Paese indipendente. Ecco perché investiamo nella difesa. Per molte nazioni, semplicemente non c’è altra via d’uscita».

Nella situazione attuale il Parlamento ucraino ha preso in esame un disegno di legge che prevede l’invio di unità di combattimento ucraine in Polonia. Una decisione successiva alla richiesta di Varsavia di assistenza nella difesa aerea contro la Russia. Il provvedimento autorizza lo schieramento in Polonia di unità di combattimento composte da un migliaio di soldati «per svolgere addestramento congiunto ed esercitazioni e partecipare a operazioni internazionali di mantenimento della pace» con il coordinamento della Nato.

Al netto delle provocazioni, dichiarazioni entusiastiche e incoerenti, quale scenario potrebbe delinearsi nel caso di una risposta da parte dei Paesi appartenenti alla Nato contro l’aviazione russa? Claudio Bertolotti, direttore di “Start In- Sight” e ricercatore Ispi, predica cautela. «Trump – commenta Bertolotti - spara alto. Questa è una conferma del suo modo di porsi sul piano dialettico. Fino ad oggi abbiamo registrato delle violazioni dello spazio aereo, con immediata reazione da parte dei Paesi dell’Alleanza Atlantica a supporto degli Stati che non hanno un sistema di difesa aereo sufficiente. Fino ad oggi gli aerei russi hanno violato lo spazio aereo, come se si fosse trattato di un errore di rotta. Sono stati intercettati e sono stati invitati ad abbandonare subito lo spazio aereo nel frattempo interessato. Cosa che i russi hanno sempre prontamente fatto. Quindi, se rimangono queste condizioni, non c’è motivo per cui debba essere abbattuto un aereo di Mosca. Qualora ciò avvenisse ci troveremmo di fronte ad un eccesso, non giustificato, di reazione, perché l’errore, anche se voluto, non consente di dimostrare altre intenzioni. Per cui, tenendo conto della situazione attuale, quello che dice Trump oggi non è realizzabile».

Uno scenario diverso si presenterebbe qualora gli aerei russi si rifiutassero di abbandonare lo spazio aereo dei Paesi Nato. «A quel punto - spiega Bertolotti - verrebbero applicate misure di scorta e accompagnamento per far uscire anche in maniera coercitiva gli aerei russi. Se anche in questo caso gli aerei russi dovessero desistere, a questo punto potrebbe esserci un ingaggio progressivo, prima con segnalazioni, con colpi non sparati direttamente al velivolo, e poi se si dovesse verificare uno scontro il combattimento sarebbe inevitabile. Ma in ogni caso la prima mossa sarebbe quella di contenere gli aerei russi obbligandoli ad allontanarsi dagli spazi non consentiti».

Dopo l’incontro con Zelensky, Trump ha detto che continuerà «a fornire armi alla Nato perché ne facciano quello che vogliono». Una affermazione non proprio corretta, dato che le armi non vengono inviate dagli Stati Uniti. Ogni Paese dell’Alleanza Atlantica fornisce un quantitativo di uomini, mezzi materiali e budget per farla funzionare.

«Poi – spiega Claudio Bertolotti - tutto sulla base della contribuzione nazionale viene messo a sistema in maniera integrata. La Nato è composta da Paesi che hanno i propri eserciti nazionali. Quello che può fare Trump, che offre spesso soluzioni opportunistiche, è vendere armi ai Paesi dell’Alleanza Atlantica, in particolare sul fianco Est della Nato, per difendersi, o cederle all’Ucraina».