Il presidente americano Donald Trump silura la ministra della Giustizia ad interim, Sally Yates, rea di aver ordinato agli avvocati del suo dicastero di non attuare la messa al bando degli immigrati da 7 Paesi a maggioranza musulmana: Siria, Iran, Iraq, Yemen, Somalia, Sudan e Libia. "Ha tradito" rifiutandosi di applicare un ordine esecutivo "volto a proteggere" i cittadini americani, ha tuonato in una nota la Casa Bianca, rimpiazzando la Yates con Dana Boente, fino a quando la nomina di Jeff Sessions come procuratore generale non sarà ratificata dal Senato. "La mia responsabilità è quella di assicurare che le posizioni che assumiamo in tribunale rimangano coerenti con il solenne obbligo di questa istituzione di perseguire sempre la giustizia e stare dalla parte del giusto. Al momento non sono convinta che la difesa dell'ordine esecutivo sia conforme a queste responsabilità e neppure che sia legale", aveva dichiarato la Yates, superstite dell'amministrazione di Barack Obama, prima di venire cacciata da Trump, tre ore più tardi. [caption id="attachment_31791" align="alignnone" width="577"] sally-yates-large_trans_nvbqzqnjv4bqqvzuuqpflyliwib6ntmjwfsvwez_ven7c6bhu2jjnt8 Sally Yates[/caption] Nel clima di contestazione generale nei confronti del neopresidente la Yates è diventata un'eroina, un simbolo della resistenza civile nei confronti della svolta populista incarnata dal tycoon newyorkese.  Nominata nel 2015 come numero due del Dipartimento giustizia dall'ex presidente, Barack Obama, Yates ha inviato nella notte di lunedì un memo agli avvocati del governo per ordinare loro di non difendere nei tribunali il decreto di Trump sui rifugiati, la cui legalità è stata sfidata in vari tribunali del Paese. Una sfida che gli è valsa l'espulsione automatica dall'incarico e una dura accusa di tradimento da parte del governo di Trump: "Yates ha tradito il Dipartimento di Giustizia rifiutandosi di rispettare un ordine mirato a difendere i cittadini degli Stati Uniti", ha dichiarato la Casa Bianca. E mentre il governo Trump la "bacchettava" pubblicamente, qualcuno su Internet ha modificato la sua biografia di Wikipedia introducendo la definizione "eroina statunitense" tra i suoi successi. L'enciclopedia digitale ha poi eliminato la frase, ma il Comitato Nazionale Democratico in un comunicato l'ha definita "l'eroica patriota", ha accusato la presidenza Trump di "tirannia" e di voler "silenziare" la voce discorde del procuratore. Yates, 56 anni, sapeva che il suo gesto le sarebbe costato il licenziamento: ha trascorso il fine settimana riflettendo, poi ha deciso che non poteva tirarsi indietro; e in maniera plateale, nella notte, ha messo fine a 27 anni di servizio nell'amministrazione pubblica, che l'avevano portata a scalare tutti i gradini del sistema giudiziario americano fino ad arrivare alla testa del dipartimento di Stato.