PHOTO
Si incaglia sui soldi il tentativo di Donald Trump di aprire un dialogo con il Messico e darsi in questo modo una statura presidenziale. Il suo coraggioso e rischioso viaggio oltreconfine per incontrare il presidente Enrique Peña Nieto (unico incontro internazionale della sua campagna elettorale, almeno fino ad ora) sembrava aver avuto un certo successo, almeno nel far crescere la percezione di Trump presso gli elettori. Il suo discorso era piaciuto, e sembrava meno polemico e più da statista del solito. L'incontro a Città del Messico ?- benché improvvisato e ovviamente privo di risultati concreti - era stato giudicato «costruttivo» dal candidato repubblicano, che ha elogiato il presidente messicano prendendolo ad esempio di messicano positivo. Poi però, rientrando negli Stati Uniti, the Donald ha rispolverato la sua retorica e ha voluto ribadire la sua posizione di sempre: il muro al confine con il Messico si deve costruire, e a pagarlo deve essere proprio il Paese dal quale provengono gli immigrati clandestini. Ed ecco che quella facciata di formale benevolenza che aveva accolto Trump in Messico (in fondo era il possibile presidente del potente vicino) si è subito sgretolata, con le reazioni da parte messicana che non si sono fatte attendere: il presidente Peña Nieto ha fatto sapere che la difesa dei confini è un diritto di ogni nazione ma ha subito ribadito di aver chiarito fortemente a Donald Trump che il Messico non intende tirare fuori un soldo. E quanti avevano provato a vedere un nuovo rapporto fra Trump e i messicani (che una volta lui definì «stupratori e criminali») hanno invece visto sfilare al comizio di Phoenix i parenti di vittime uccise da messicani. «Tolleranza zero» è stato lo slogan ripreso da Trump, che aveva promesso di presentare il suo programma sull'immigrazione una volta tornato dal Messico. Ma ha presentato solo dieci punti in forma di slogan, per nulla rassicuranti per i latinoamericani e il Paese vicino. Per Trump gli 11 milioni di clandestini devono andarsene dagli Stati Uniti immediatamente e solo in seguito alcuni potranno tornare, se avranno messo in regola i documenti. In particolare, qualunque immigrato coinvolto in un crimine dovrebbe essere immediatamente espulso senza aspettare il giudizio.Secondo uno studio del Washington Post, se queste idee di Trump dovessero essere applicate, gli agenti dell'immigrazione dovrebbero deportare subito più di sei milioni di persone. Peña Nieto dal canto suo aveva ribadito a Trump che i migranti messicani sono onesti e lavoratori, e meritano il rispetto di tutti: «La comunità messicana negli Stati Uniti contribuisce ogni giorno con la sua competenza e il suo lavoro alla prosperità di quel Paese e rispetta la famiglia e la legge». Il confine Stati Uniti-Messico è lungo circa tremila chilometri, una parte dei quali sono già chiusi da sbarramenti. Ogni giorno attraversano il confine un milione di persone e 400mila veicoli e il commercio transfrontaliero muove 500 miliardi di dollari. Numerosi clandestini arrivano da tutta l'America Latina, per cercare di attraversare la frontiera con qualunque mezzo.