«Non ho fatto nulla di male o di sbagliato». Donald Trump si è difeso così dalle nuove accuse che lo porteranno di nuovo davanti ai giudici di un tribunale martedì prossimo. La seconda tegola per l'ex presidente nel giro di pochi mesi dopo che ad aprile è stato incriminato da un grand jury di New York per la falsificazione dei registri relativi ai fondi elettorali nella vicenda che riguardava la relazione con l'ex porno star Stormy Daniels
Questa volta invece Trump comparirà davanti ad una corte federale di Miami con l'imputazione di aver gestito in maniera non legale documenti classificati in suo possesso nonostante non fosse piu l'inquilino della Casa Bianca. I capi di accusa sono molteplici e vanno dalla conservazione irregolare dei documenti stessi fino ad arrivare alla ostruzione della giustizia.
Il tycoon viene incriminato ai sensi di Espionage act e se condannato potrebbe finire dietro le sbarre. Un'eventualità ancora tutta da stabilire poiché i dettagli contenuti nei file trovati nella sua residenza di Mar-a-Lago nell'agosto 2022, non sono ancora stati resi noti. I pubblici ministeri devono dimostrare che Trump ha agito in maniera deliberata cosa che continua a negare. Questa nuova vicenda arriva nel bel mezzo della corsa alla nomination repubblicana per la presidenza e il mondo politico statunitense è in attesa di quali effetti si riverberanno sulla campagna elettorale. Dopo la sua prima incriminazione, in molti erano pronti a scommettere che l'ex presidente avrebbe pagato un prezzo politico molto alto, ciò non si verificò. Anzi, nelle settimane successive Trump è salito nei sondaggi tra gli elettori repubblicani, ha compattato la sua fedele base di sostenitori.
Ma il peso di molteplici accuse ora potrebbe iniziare ad avere un effetto negativo sulla popolarità di Trump. In attesa ci sono i suoi rivali, primo fra tutti quel Ron DeSantis, governatore della Florida, pronto a raccogliere l'eredità del tycoon senza dover portare il peso dei suoi guai giudiziari. Inoltre i diversi processi potrebbero distrarlo dalla campagna elettorale alla nomination costringendolo a diradare i suoi comizi e il lavoro di raccolta fondi. Diversi conservatori poi temono il possibile comportamento di Trump in tribunale. Il tentativo di trasformare il procedimento in uno show a suo favore potrebbe essere visto come una minaccia alla sicurezza nazionale con riflessi tali da allontanare quei repubblicani moderati che punterebbero su candidati piu rassicuranti.
Al momento, come nella scorsa occasione, i big del GOP, amici e avversari, hanno assunto una posizione a difesa. Le loro dichiarazioni danno il senso di una concordia che dovrà reggere la prova dei fatti. Per il presidente della Camera Kevin McCarthy: «Io, e ogni americano che crede nello stato di diritto, siamo con il presidente Trump contro questa grave ingiustizia. I repubblicani della Camera riterranno responsabile questa sfacciata militarizzazione del potere».
E se per Ron DeSantis la presunta militarizzazione delle forze dell'ordine federali rappresenta «una minaccia mortale per una società libera» e «un'applicazione disomogenea della legge a seconda dell'appartenenza politica». Qualche distinguo comincia già ad emergere e arriva dall'ex vicepresidente Mike Pence, anche lui in lizza per la nomination. Dopo aver gridato quasi a un complotto democratico e che mai e poi mai Trump sarebbe andato in carcere, ieri ha compiuto una sottile virata dialettica: «spero che il Dipartimento di Giustizia abbia prove forti».
Chi invece si è lanciato all'attacco di Trump sono i candidati outsider che approfittano della debolezza di un avversario in difficoltà. E il caso di Chris Christie: «Come ho detto prima, nessuno è al di sopra della legge, non importa quanto desideri esserlo. Avremo altro da dire quando i fatti saranno rivelati». Oppure Asa Hutchinson: «Le azioni di Donald Trump, dal suo deliberato disprezzo per la Costituzione alla sua mancanza di rispetto per lo stato di diritto, non dovrebbero definire la nostra nazione o il Partito Repubblicano. Questo è un giorno triste per il nostro paese».