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Giorgio Trizzino non è certo uno di quei parlamentari che nascondono la polvere sotto il tappeto. Grillino indipendente, deputato considerato molto vicino a Sergio Mattarella, è stato eletto tra le fila delle personalità civiche selezionate dal Movimento 5 Stelle, anche nei giorni più concitati delle turbolenze di maggioranza sulla prescrizione invita tutti alla calma e ad abbandonare i posizionamenti ideologici.
Onorevole, sulla prescrizione ha invitato il ministro Bonafede ad ascoltare le voci che provengono dal mondo della giustizia. Verso dove dovrebbe tendere l'orecchio? Verso i magistrati e verso gli avvocati. Ogni riforma deve passare attraverso le organizzazioni professionali, ragionare insieme a loro. Io sono un medico, non sono un tecnico del diritto, ma l'esortazione che rivolgo a tutti i partiti è di ampliare lo sguardo e ascoltare senza pregiudizio le istanze che provengono anche da tutte le aree della magistratura: che sia Davigo, che sia Salvi, che sia l'Anm. Ma credo anche che Alfonso Bonafede lo stia già facendo.
Ma la riforma della prescrizione è già legge e Bonafede non sembra disposto a trattare per modificarla. Davanti a questo muro contro muro, il governo Conte rischia? Se nessuno accetterà di rivedere le proprie posizioni è inevitabile che lo scontro porti a una crisi di relazioni tra forze della maggioranza che a sua volta potrebbe sfociare in una crisi di governo. Ma dobbiamo lavorare perché non accada. Sono convinto che si possano fare dei passi in avanti per arrivare a una soluzione condivisa. Lo dico senza retorica: in questo momento il Paese ha bisogno di tutto tranne che di una crisi di governo.
A contrapporsi ci sono due culture politico- giuridiche. Da una parte chi riduce la prescrizione a un semplice strumento per farla franca, dall'altra chi la considera un'imprescindibile garanzia per ogni cittadino... Bisogna trovare un equilibrio tra le due posizioni. Io sono siciliano, vengo da una regione in cui la prescrizione ha mietuto purtroppo vittime eccellenti, generando ingiustizie. Per questo condivido la riflessione del mio partito sulla prescrizione, ma andrebbe incardinata in una più complessiva riflessione sul processo e sulle garanzie. I cittadini hanno bisogno di avere tribunali efficienti non di scontri retorici tra le parti basati su pregiudizi. I problemi più seri della giustizia derivano dalle carenze di organico della magistratura. E su questi dovremmo concentrare le nostre attenzioni.
Quale potrebbe essere un compromesso “onorevole” per tutti? Sono sicuro che il presidente Conte sarà in grado di individuare un punto di equilibrio, altrimenti si arriverà alla rottura.
Il cosiddetto “lodo Conte”, però, è già stato scartato da Iv. E tra i renziani comincia a farsi largo l'idea di una mozione di sfiducia nei confronti di Bonafede per sbloccare la situazione... Se ad ogni provvedimento non condiviso qualcuno pensa di aggirare l'ostacolo sfiduciando un ministro non si va da nessuna parte. Non si governa così a nessun livello. L'unica strada è lavorare per trovare una convergenza, che sono sicuro esista perché la priorità è la tutela dei cittadini. Serve uno sforzo, punto.
C'è anche il rischio che il governo vada sotto al Senato sulla pdl Costa che abroga la riforma M5S. Non credo che accadrà. C'è il tempo per trovare altri mezzi, nessuno ci vincola a individuare una soluzione in poche ore e sono convinto che il ministro della Giustizia saprà trovare le modalità giuste.
Anche perché, in caso di fallimento, sembra che il Colle sia intenzionato a sciogliere le Camere... Ho letto solo ricostruzioni giornalistiche in merito, ma è chiaro che forme alternative di maggioranza non ne vedo. Il Paese è guidato da un governo progressista, riformista e su quello dobbiamo costruire il futuro.
Progressista? Lo sa che per alcuni suoi compagni di partito è quasi una parolaccia? Si deve studiare un po' prima di esprimere giudizi. Io stesso non saprei definire in modo circostanziato la parola progressista in questa fase e ritengo che molti dei miei colleghi debbano approfondire la storia della politica italiana. E non parlo solo al mio partito. Prima di schierarsi bisogna capire quali sono i valori che implicano certe parole. Una cosa però è certa, secondo me: il Movimento 5 Stelle non può non osteggiare questa destra nel nostro Paese.
Possiamo dire che questa maggioranza ha buone possibilità di stare in piedi grazie al terrore di tornare a casa di molti parlamentari 5 Stelle al secondo mandato? Questa paura non esiste, è costruita. Io vedo i miei colleghi lavorare quotidianamente sui provvedimenti molto più dei parlamentari di altri schieramenti. E questo è ciò che mi ha fatto innamorare del Movimento.
Non crede che rivedere il vincolo dei due mandati possa aiutare i parlamentari 5S a lavorare più serenamente? È un punto che potrebbe essere oggetto di approfondimento al nostro prossimo congresso. Secondo me andrebbe aperta una discussione in merito. Per quanto mi riguarda questo è il mio primo e unico mandato. Ma chi volesse continuare è giusto che abbia una prospettiva, non vedo perché non debba raccogliere i frutti di un lavoro fatto bene.
Ieri Roberta Lombardi ha scritto una lettera aperta a Zingaretti su “Repubblica” per invitare il Pd a un passo indietro su prescrizione e revoca delle concessioni autostradali. Lombardi parla da capo politico? Non so a che titolo parli, di certo si fa portavoce di una posizione molto definita dentro al Movimento 5 Stelle. Perché se sulla prescrizione si può trovare un compromesso, sulla revoca della concessione ai Benetton il Movimento sarà irremovibile, ne siamo tutti convinti. Personalmente sarò sempre uno strenuo difensore di questa posizione.
Mercoledì era invece toccato a Luigi Di Maio riannodare la cravatta e convocare la piazza contro il ritorno dei vitalizi. In questo vuoto di potere precongressuale ognuno prova a fare il capo politico per un giorno? No, il capo politico è Vito Crimi a tutti gli effetti, a lui spetta la regia del Movimento. Anche l'iniziativa di Di Maio è stata concordata con Vito. Ma noi non convochiamo piazze alla Salvini, ci confrontiamo con i cittadini per ascoltare il loro punto di vista. Soprattutto su quello che sarebbe un vero e proprio sfregio: il possibile ritorno dei vitalizi mentre la gente continua a fare sacrifici. Non è una battaglia identitaria, ma di giustizia sociale. Sarò il primo ad arrivare in quella piazza.
Gli Stati generali faranno chiarezza sul posizionamento del Movimento 5 Stelle nel futuro? Ne ho la certezza perché non abbiamo altra strada, è quello che ci chiedono i 12 milioni di italiani che ci hanno votato.
Ci saranno delle mozioni? Ne abbiamo discusso in assemblea l'altra sera, stiamo lavorando alle regole per arrivare in maniera coerente e corretta agli Stati generali. Andiamo avanti a tappe per non sbagliare nessun passaggio.