Dopo la pubblicazione degli scatti fotografici sul profilo Facebook di Doina, il giudice del tribunale di sorveglianza di Venezia le ha revocato la libertà vigilata. L’avvocato: “Ma non c’erano limiti all’uso dei social network”.Nove anni di carcere già scontati, sui 16 confermati in Cassazione per l’omicidio preterintenzionale di Vanessa Russo. La romena Doina Matei lavorava per una cooperativa di Venezia, in regime di libertà vigilata. Di giorno lavorava, la sera tornava in carcere.I fattiUno sgarbo di troppo in metropolitana all’origine dell’omicidio. Era il 27 aprile 2007 quando Vanessa Russo, romana di 23 anni, viene uccisa nella metropolitana di Roma Termini da Doina Matei. La romena ha una reazione inconsulta, infilzando con la punta dell’ombrello l’occhio della ragazza e poi fuggendo.Vanessa muore dopo un giorno di coma. La giovane, anche lei poco più che maggiorenne, viene arrestata pochi giorni dopo il fatto, grazie alle riprese delle telecamere a circuito chiuso.La condannaDoina, che viveva di espedienti e piccoli furti ed era già madre di due figli, è stata condannata a 16 anni di carcere. Nell’ultima intervista rilasciata, dichiarò: “Uscita dal carcere andrò a cercarmi un po' di silenzio,  tornerò a guardarmi nello specchio, andrò a pregare sulla tomba di Vanessa e farò una cosa sola, quello per cui sento che Dio mi ha portato su questa Terra: continuerò a fare la mamma dei miei bambini”.