La Guardia costiera degli Stati Uniti riferisce che, durante le ricerche del sommergibile disperso nell'Oceano Atlantico Titan con 5 persone a bordo, è stato trovato un campo di detriti. "Un campo di detriti è stato scoperto nell'area di ricerca da un ROV vicino al Titanic. Gli esperti del comando unificato stanno valutando le informazioni", si legge in un Tweet della Guardia costiera Usa. La sigla 'ROV' sta per 'remotely operated vehicle', cioè veicolo a comando remoto. 

Guillermo Sohnlein, co-fondatore con Stockton Rush di OceanGate, la società che gestisce il sottomarino scomparso, è convinto che ci sia "più tempo di quanto la maggior parte della gente pensi" per salvare i cinque occupanti del sommergibile Titan, scomparso domenica 18 giugno durante un'escursione organizzata al relitto del Titanic nell'Oceano Atlantico.

"Sono certo che Stockton e il resto dell'equipaggio si siano resi conto giorni fa che la cosa migliore che potevano fare per garantire il loro salvataggio era estendere i limiti delle riserve rilassandosi il più possibile", ha affermato a Insider quello che oggi è azionista di minoranza dell'azienda. "Credo fermamente che la finestra temporale disponibile per il loro salvataggio sia più lunga di quanto la maggior parte delle persone pensi. Continuo a nutrire speranze per il mio amico e il resto dell'equipaggio", ha aggiunto.

Secondo le stime, le riserve di ossigeno all'interno del Titan si sono esaurite alcune ore fa, ma le ricerche proseguono a ritmo serrato. Alcuni esperti tuttavia hanno sottolineato che si trattava di una stima orientativa, prolungabile se i passeggeri avessero adottato misure per conservare l'aria respirabile. Alle operazioni si è aggiunta una nave speciale della Marina degli Stati Uniti in grado di recuperare carichi pesanti dai fondali oceanici. Per i soccorsi è ormai una lotta contro il tempo. Non hanno inoltre portato ad alcun risultato le indagini sui rumori captati ieri e l'altro ieri dalle sonoboe posizionate nell'area. "Sarò sincero, non sappiamo di che cosa si tratti", ha ammesso ieri pomeriggio il capitano Jamie Frederick, del primo distretto della Guardia costiera Usa. Secondo le prime analisi della Marina Usa i rumori subacquei rilevati durante le ricerche erano generati dal "rumore di fondo dell'Oceano".

Ossigeno a bordo per 96 ore

Il sottomarino Titan di OceanGate Expeditions è dotato di ossigeno sufficiente per far sopravvivere le cinque persone a bordo per quattro giorni - 96 ore - in caso di emergenza; e sulla base della tempistica fornita nei giorni scorsi questo significava che le squadre di soccorso avevano tempo fino alle 14 ora italiana, prima che le possibilità di sopravvivenza dei cinque a bordo si esaurissero. Ma le ricerche continuano e, proprio mentre scadeva il count-down, ha raggiunto il fondo marino il Rov, il mini-robot per le acque profonde, della nave canadese Horizon Arctic, robot che ha cominciato subito a scandagliare i fondali. Pochi minuti prima era arrivato nella zona delle ricerche la nave oceanografica francese Atalante con un altro robot sottomarino, Victor 6000, da calare in acqua.

Chi sono le cinque persone a bordo

Il piccolo batiscafo, lungo 6 metri e mezzo, aveva interrotto le comunicazioni a meno di due ore dall'inizio del suo viaggio, volto a osservare da vicino i resti del Titanic, che si trova a più di due miglia (quasi quattro chilometri) sotto la superficie dell'Atlantico settentrionale. A bordo il miliardario britannico Hamish Harding e il magnate pakistano Shahzada Dawood e suo figlio Suleman, 19 anni appena, anch'essi di cittadinanza britannica, oltre al Ceo dell'azienda, Stockton Rush, e l'esploratore francese Paul-Henri Nargeolet. Tutti accomunati dalla passione per il Titanic. Proprio in queste ore si è saputo che la moglie di Rush, l'uomo alla guida del batiscafo, è una discendente di Isidor Straus, il magnate che, insieme a sua moglie Ida, morì nel naufragio del Titanic. Wendy è una pronipote della coppia, "le due persone più ricche" a morire a bordo del transatlantico nel 1912.

I sopravvissuti al disastro raccontarono che Straus, ricchissimo e all'epoca comproprietario dei magazzini Macy's, non volle salire sulle scialuppe di salvataggio, perché a bordo c'erano ancora molte donne e bambini da trarre in salvo; e Ida, la moglie che gli era al fianco da quarant'anni, decise di non abbandonarlo. La loro tragica storia d'amore trovò spazio anche nel 'Titanic', il celebre film di James Cameron, dove i due vengono ritratti abbracciati, nella cabina, mentre il piroscafo affonda. I loro resti riposano in fondo al letto oceanico, dove volevano arrivare anche i cinque avventurieri. Una passione che li ha spinti a spendere 250mila dollari per salire a bordo del Titan e a mettere a rischio la propria vita.

I precedenti: quei sottomarini mai ritrovati

Le speranze di salvare l’equipaggio sfumano di ora in ora. Il lieto fine di "Ventimila leghe sotto i mari", l'epopea del Nautilus di Capitan Nemo raccontata da Julius Verne, appartiene alla fantascienza. Purtroppo molte volte la scomparsa di sommergibili e sottomarini ha avuto epiloghi drammatici, come accaduto anche recentemente con il russo Kursk in Russia e il San Juan argentino. La storia dimostra che quasi nessuno si è mai salvato da un sottomarino affondato: i casi di salvataggio sono molto pochi, nessuno alle profondità in cui si teme sia sceso il Titan. Il salvataggio alle profondità maggiore mai effettuato fu quello di due ex piloti della Marina Usa, nel settembre 1973: usavano un piccolo sommergibile, il Pisces III, per piazzare i cavi telefonici sui fondali; ma a un certo punto il batiscafo sprofondò a quasi 500 metri sott'acqua: per due giorni le squadre di soccorso lavorarono senza sosta e quando furono salvati mancavano appena 12 minuti all'esaurimento dell'ossigeno.