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11 ANNI E MEZZO FA IL DISASTRO, COSTATO LA VITA A 32 PERSONE
Dopo 11 anni dalla strage di Viareggio, si apre oggi il processo in Cassazione. Sarà l’ultimo atto di una vicenda dolorosissima iniziata quando il treno merci Trecate- Gricignano, composto da 14 vagoni e che trasportava Gpl, deragliò nella notte del 29 giugno 2009. L’esplosione che ne seguì e l’inferno di fuoco distrussero la stazione versiliese devastando le abitazioni di via Ponchielli e Porta a Pietrasanta. Il bilancio tragico fu di 32 vite spezzate, tra cui 3 bambini.
Si avvia dunque a conclusione davanti alla Quarta Sezione Penale della Suprema Corte un iter giudiziario segnato da 4 anni di indagini e più di 7 di udienze. La prescrizione ha già cancellato i reati di incendio e lesioni colpose gravi e gravissime e ora i giudici dovranno pronunciarsi nei confronti dei ricorsi presentati contro la sentenza della Corte d’appello di Firenze dello scorso anno ( quando furono confermate le condanne, inflitte in primo grado dal tribunale di Lucca) e stabilire una volta per tutte le responsabilità del deragliamento del treno merci.
Il 20 giugno del 2019 infatti i togati del processo di secondo grado avevano condannato, tra gli altri, Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana ed ex ad di Ferrovie dello Stato, a 7 anni di reclusione, Michele Mario Elia, ex ad Rfi, e Vincenzo Soprano, ex ad Trenitalia, a 6 anni di reclusione. La Corte d’Appello di Firenze aveva invece assolto tra gli altri cinque ex dirigenti di Rfi: Giovanni Costa, Giorgio Di Marco, Giulio Margarita, Alvaro Fumi e Enzo Marzilli. Da oggi le posizioni dei 30 imputati ( oltre agli ex vertici di Fs, anche amministratori e tecnici delle Officine Jugenthal e dell’austriaca Gatz Rail) saranno all’esame dei giudici di piazza Cavour a Roma. Ma sui banchi dell’aula del tribunale siederanno molti convitati di pietra, Sono i parenti delle vittime che in questi anni hanno portato avanti una battaglia durissima per ottenere giustizia. Ma durante i 4 giorni al termine dei quali dovrebbe arrivare la sentenza definitiva, madri, padri e figli di chi è morto non potranno essere presenti per via delle misure anti Covid. La Toscana è zona rossa e gli spostamenti sono vietati. A questo proposito nei giorni scorsi l’associazione familiari delle vittime aveva rivolto un appello alle autorità per partecipare al processo in Cassazione come già fatto per le oltre 180 udienze nei vari gradi di giudizio.
In ogni caso rimarrà la perdita di cittadini vittime di manchevolezze da parte dei vertici delle Ferrovie. Potrebbe infatti essere confermata la tesi dei familiari che hanno sempre messo in evidenza come l’incidente sia stato provocato dai tagli alla sicurezza riguardo il trasporto di merci pericolose.