È stato un testa a testa tra il Pp di Alberto Núñez Feijóo e i socialisti dello Psoe del premier uscente Pedro Sanchez. Alla chiusura delle urne gli exit poll assegnavano la vittoria al Partito popolare e la possibilità di avere la maggioranza assoluta insieme a Vox, ma il conteggio dei voti ha smentito i sondaggisti. A Pedro Sanchez non è riuscita del tutto la “remontada”, ma il premier uscente è riuscito a tenere e la sua alleata  Yolanda Diaz  della piattaforma progressista Sumar ha ottenuto un risultato ragguardevole. Ha deluso, invece, Vox che è passato da 52 deputati a poco più di trenta, al punto che l’apparizione pubblica del suo leader, Santiago Abascal è stata annullata. 

Si è festeggiato, invece, mano a mano che arrivavano i risultati sia fuori dal quartier generale del Partito popolare, in Calle Genova a Madrid e fuori dalla sede del Psoe in Calle Ferraz. Alberto Núñez Feijóo ha chiesto, come leader del primo partito, alle altre formazioni politiche di garantire la sua investitura come premier anche se non ha ottenuto la maggioranza assoluta alle elezioni generali. Ma il Pp, anche sommando i seggi di Vox non arriverebbe alla maggioranza assoluta. Un boato è esploso nel momento in cui il Pp ha superato il Psoe, ma i seggi in più conquistati non bastano per la formazione di un governo. Fuori dalla sede del Psoe si sono riuniti i ministri del governo Sanchez, tra cui la portavoce e ministra della Politica territoriale, Isabel Rodirguez, la ministra della Difesa Margarita Robles e quella della Transizione ecologica Teresa Ribera. Anche se il Psoe ha 14 seggi in meno al momento del Pp, potrebbe sommare più seggi del Partito popolare, alleandosi con i partiti catalani e baschi. Sanchez, commentando i risultati, ha dichiarato: «Il blocco “involuzionista” rappresentato dal Partito Popolare e da Vox è stato sconfitto». 

Il Pp sarebbe a quota 136 seggi, e il Psoe a 122 (due in più rispetto alla scorsa tornata elettorale del 2019). Vox avrebbe 33 seggi che sommati a quelli del Pp, danno 169, ovvero 7 in meno rispetto alla maggioranza assoluta di 176 deputati. Sumar sarebbe a quota 31, e insieme al Psoe il blocco di sinistra avrebbe 153 seggi, e potrebbe giocare la carta di un accordo con i partiti catalani e baschi. Contro ogni attesa, secondo alcuni commentatori il premier uscente ha vinto la sua sfida e potrebbe addirittura restare al potere se il gioco delle alleanze glielo consentirà guardando a baschi e catalani. Secondo una simulazione della tv pubblica spagnola Sanchez potrebbe radunare 172 voti contro i 170 di Feijóo. Il partito indipendentista catalano di Carles Puigdemont, Junts, intanto ha avvertito il leader socialista Pedro Sanchez che non lo «renderà premier in cambio di nulla». Lo ha chiarito Míriam Nogueras, portavoce della formazione politica. Al momento, con oltre il 98% delle schede scrutinate, risulta che Junts ha ottenuto 7 seggi, utili al Psoe per cercare di arrivare alla maggioranza assoluta. Anche l’altro partito indipendentista catalano Erc, ha chiarito che porrà delle condizioni per l’investitura di Sanchez.

L’affluenza alle urne alle elezioni generali in Spagna si è attestata al 68,49%, 2,26 punti in più rispetto alle precedenti consultazioni del 2019.

I primi exit poll resi noti da Sigma Dos per Rtve alla chiusura delle urne risultava nettamente favorito il Pp, che si sarebbe aggiudicato tra i 145 ei 150 deputati. Avrebbe quindi 5,3 punti di vantaggio rispetto al Psoe, che rimarrebbe con un 28,9 per cento dei voti con 113 e 118 deputati. Un sondaggio di Gad3 per Telecinco, invece, accresceva ulteriormente la vittoria del Pp e gli assegnava il 35,5 per cento dei voti, sette punti in più di Pedro Sánchez. Ma le urne hanno deciso diversamente. 

Per risultare vincitore, un partito deve assicurarsi la maggioranza assoluta di 176 seggi sui 350 del congresso spagnolo o unirsi a una coalizione per governare. Gli spagnoli hanno anche votato per scegliere 208 senatori su 265 nella camera alta. Quello spagnolo è un sistema di voto proporzionale senza preferenze e con soglia di sbarramento al 3%.