Il candidato a sindaco di Madrid di Podemos, Roberto Sotomayor, l'ha definita una «terrorista sanitaria». Solo una, e non certo lusinghiera al pari di altre, delle definizioni che sono state affibbiate a Isabel Diaz Ayuso, l'astro nascente della destra spagnola del Partito Popolare che per la terza volta ha ottenuto la rielezione come presidente della Comunità di Madrid nelle consultazioni municipali e regionali di domenica.

Anzi la candidata conservatrice ha fatto di più conseguendo la maggioranza assoluta sia nel Parlamento regionale che nel consiglio comunale della capitale, insieme al sindaco Josè Luis Martinez- Almeida. In questa maniera i risultati gli permetterebbero di governare senza dipendere dal sostegno dell'estrema destra di Vox.

Così, nonostante gli attacchi, Diaz Ayuso sembra indistruttibile e anzi ha rafforzato ulteriormente la sua posizione candidandosi a diventare sempre di più, non solo acerrima avversaria per il PSOE di Pedro Sanchez, ma anche la temibile nemica del leader nazionale del PP, Alberto Núñez Feijóo. Con la vittoria di Diaz Ayuso infatti i conservatori mantengono il dominio a Madrid ma al prezzo di ritrovarsi con a capo una figura contraddittoria, spregiudicata e lontana dalla classica postura della destra spagnola post franchista.

Nata da una famiglia di commercianti nel 1978, Isabel Diaz Ayuso si è laureata in giornalismo, nel 2005, ha aderito al Partito Popolare e da quel momento la sua carriera politica è stata folgorante. Nel 2006 è entrata nel governo della Comunità di Madrid come responsabile dell'ufficio stampa e nel luglio 2011, a 32 anni, è stata eletta per la prima volta deputata all'Assemblea. Questa è diventata praticamente la sua casa fino a essere candidata come presidente nel 2019. Una volta eletta ha governato con i voti del Ppe, dei centristi e dell'estrema destra di Vox. Nel marzo 2021, saltato l'accordo con gli alleati di Ciudadanos, si dimette e convoca le elezioni anticipate. Anche questa volta un trionfo. Con lei il PP madrileno ha raddoppiato i seggi.

Nella campagna elettorale la diva di ferro della destra mostra tutta la sua precisa strategia: radicalizzare lo scontro con la sinistra fino all'estremo limite. Non a caso il suo slogan era comunismo o libertà. Dove però per libertà si intendeva l'opposizione alle misure restrittive anti Covid del governo centrale. Anche dal punto economico il suo programma è chiaro, abbassare le tasse sulle successioni e donazioni. Alla fine dello scorso anno, la sua proposta di riforma del settore sanitario in senso privatistico è stata duramente avversata dai sindacati che proprio durante la pandemia hanno denunciato i tagli ai servizi e la mancanza di risorse e personale.

Per Diaz Ayuso poi il cambiamento climatico è sempre esistito, respingendo ogni posizione allarmista, bollata come parte di un complotto comunista. Una posizione che la fa somigliare molto a Trump o Bolsonaro piu che a un erede dei franchisti. Ma la presidente della Comunità madrilena sa anche sfruttare bene la sua immagine, ha creato un personaggio di donna ultra conservatrice ma che appare telegenica, vestita spesso con colori accesi e capelli curati. Una donna quasi di spettacolo che visceralmente antifemminista. Il suo leit motiv rimane il concetto di libertà Durante un comizio a maggio ha pronunciato parole emblematiche: «Quello che la sinistra non capisce è che quando le persone sono libere, prospere e unite nonostante le loro differenze, sono imbattibili. Vogliono fermare la corrida nella città con la più grande arena del mondo, vogliono sbarazzarsi della nostra libertà di controllare il nostro orario di lavoro. E tutto ciò che vogliono è vivere del settore pubblico». Ora che Pedro Sanchez, sull'onda della sconfitta dei socialisti, ha convocato le elezioni generali anticipate per il prossimo luglio, Diaz Auyso si candida ad essere di nuovo protagonista, anche se il poco tempo a disposizione e il fatto di non essere presente nel parlamento nazionale gioca a suo sfavore.