Il presidente del Coa è, contemporaneamente, la vista, l’udito e il cuore dei propri iscritti. A riprova di ciò la presidente dell’Ordine degli avvocati di Cremona, Marzia Soldani, sente la responsabilità e l’onore di rappresentare tutti i suoi colleghi all’ombra del Torrazzo. «Il Coa che rappresento – dice al Dubbio l’avvocata Soldani - affronta, così come succede altrove, la crisi economica e non può non farsi carico delle difficoltà dei propri iscritti nello svolgimento della professione. In questo contesto, tuttavia, credo che gli avvocati, attraverso la formazione e, quindi, una maggiore e specifica competenza possano offrire prestazioni professionali sempre più adeguate.

Non a caso il Coa di Cremona ha dato spazio a corsi e convegni volti a garantire approfondimenti per i colleghi su diverse materie, così come ha dato spazio alla mediazione con la costituzione del relativo Organismo per garantire quella giustizia complementare, che è uno dei passi verso la soluzione alternativa delle controversie». Oltre alla mediazione, spazio alla composizione della crisi da sovraindebitamento con la costituzione del relativo Organismo, che, come spiega l’avvocata Soldani, ha visto gli avvocati protagonisti, «i gestori della crisi che hanno svolto e svolgono un attento lavoro previa una formazione specifica, in grado di garantire la competenza nello svolgimento dell’incarico».

«L’avvocatura – commenta la presidente del Coa di Cremona - si trova a dover confermare il proprio ruolo e la propria funzione in un sistema in cui la giustizia, cardine di una società civile, deve ogni giorno essere affermata al fine di garantire a tutti i cittadini la tutela dei diritti. L’avvocato, in questi anni e a seguito della pandemia, ha visto cambiamenti sociali evidenti, sempre maggiori esigenze di tutela a cui rispondere. Posso dire che il Coa di Cremona ha cercato di avviare i percorsi, previsti dal legislatore, per dare, attraverso la formazione, la possibilità agli iscritti dì ampliare le proprie competenze. Lo stesso vale per tutte le attività professionali relative alla funzione sociale dell’avvocato, garantendo il gratuito patrocinio, la curatela per i minori, l’amministrazione di sostegno. È chiaro che i giovani legali, vuoi anche per il numero di colleghi presenti nel territorio di riferimento, hanno maggiore difficoltà oggi nello svolgere la professione».

Attualmente l’Ordine cremonese conta 542 iscritti ( 254 avvocati e 288 avvocate). «Anche da noi - aggiunge Soldani - ci sono state delle recenti cancellazioni dall’albo, poiché alcuni colleghi hanno scelto altre strade, trovando impiego nella Pubblica amministrazione. Alcuni di essi sono risultati vincitori nei concorsi che li hanno visti essere assunti presso le cancellerie dei Tribunali. Viceversa, diversi praticanti hanno fatto ingresso nell’Ufficio del processo».

Sulla componente femminile maggioritaria nel Foro di Cremona, la presidente del Coa evidenzia una tendenza che si sta consolidando in tutta la Lombardia: «È evidente che sono in maggioranza le colleghe. Anche questo sta avvenendo in diversi Fori. Se da un lato ciò è positivo, se si pensa al tema della parità di genere, dall’altro, purtroppo, sappiamo che il reddito delle colleghe resta inferiore a quello dei colleghi a causa delle maggiori difficoltà che la donna professionista incontra nella gestione del tempo tra lavoro e famiglia. Una situazione che registriamo anche qui».

Per quanto riguarda le future toghe, Marzia Soldani evidenzia una riduzione dei numeri. «I praticanti – sostiene - sono certamente in numero inferiore rispetto al passato. La flessione è costante per il Coa di Cremona. Si pensi che nel 2019 i praticanti erano 120 ed oggi sono solo 79. Di essi non tutti poi decideranno di scegliere la professione forense. Come ho detto in tante occasioni, spesso sono considerati più convenienti altri percorsi. È altrettanto vero che le Università dimostrano che sono in diminuzione le iscrizioni alla facoltà di Giurisprudenza».

Secondo Soldani, la professione forense sta vivendo un «momento di svolta iniziato qualche tempo fa e che continua in ragione del fatto che la nostra professione è la più vicina al cittadino, alle sue istanze e risente per prima dei cambiamenti della società civile. Tale aspetto riconosce nell’avvocatura la funzione fondamentale che sta nella necessità di proteggere e difendere i diritti degli uomini. L’avvocato, però, deve tutelare pure la propria dignità nella consapevolezza della responsabilità del compito conferito, a volte messo in discussione, se non addirittura considerato di intralcio nel percorso per giungere alla giustizia. Eppure l’avvocato è considerato sentinella del diritto».

Come punto di riferimento dell’avvocatura cremonese, Soldani, considerate altresì le caratteristiche del Coa che presiede, rivolge un pensiero ai colleghi più giovani. «Credo – conclude - che la nostra professione, libera professione qual è, debba essere compresa nella sua essenza ed oggi non è sempre facile per un giovane avvocato di un piccolo foro svolgere la pratica professionale, che richiede dedizione, sacrificio e studio in una prospettiva futura non a breve termine e con una scarsa garanzia di remunerazione sicura e adeguata. È compito di tutti noi avvocati far comprendere il valore della nostra professione, lavorando affinché chi si affaccia ad essa possa farlo con gli strumenti necessari e nel migliore dei modi. Questi temi sono stati affrontati nel Congresso nazionale forense di Lecce, dove, come ha ricordato la presidente del Cnf, Maria Masi, l’avvocato è centro del cambiamento».