Lavoro, sviluppo, una sanità efficiente, progetti. La sfilata della triplice nel centro storico di Reggio Calabria propone al governo temi ormai storicizzati, gli stessi urlati quasi 50 anni fa dopo i moti che devastarono la città. Il corteo della manifestazione nazionale "Ripartire dal Sud", organizzata da Cgil, Cisl e Uil, è partito con in testa uno striscione, con la scritta "#futuroalLavoro. Ripartiamo dal Sud per unire il Paese", guidato dai segretari generali Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. [embed]https://www.facebook.com/92505448987/videos/411239936147417/[/embed]   Una mobilitazione nazionale unitaria per rivendicare la centralità del lavoro come strumento per eliminare le diseguaglianze sociali, economiche e territoriali  che ancora esistono tra nord e sud. Ed è il segretario della Cgil Maurizio Landini a mettere in guardia Palazzo Chigi: sull'autonomia differenziata, promette, i lavoratori hanno promesso battaglia. Una battaglia che potrebbe passare da uno sciopero generale di tutte le categorie, qualora il governo non desse segnali di apertura di fronte alle richieste dei sindacati. Landini: «I migranti non sono il vero problema» «Oggi si difende la democrazia per dire che c’è bisogno del lavoro - ha affermato Landini - Una società democratica, se le persone non hanno il lavoro, non hanno diritti, rischia di non reggere. Ci sono troppe diseguaglianze: è necessario rilanciare con forza un’idea di unità del Paese che si fonda sugli investimenti e sul fatto che c’è bisogno di un Paese unito per cambiare anche l’Europa, per affermare un’Europa dei diritti e anche un’Europa della solidarietà che oggi non c’è». Le diseguaglianze sono aumentate, ha sottolineato, e al Sud «ci sono ormai dei ritardi strutturali», a partire dalle infrastrutture. Non solo quelle materiali, come ferrovie, strade e aeroporti, ma anche quelle sociali: «le università, le scuole, gli asili. Siamo davvero di fronte alla necessità di costruire davvero un Paese fondato sul diritto delle persone». Serve, dunque, un piano straordinario di investimenti pubblici. Landini non ha risparmiato nemmeno il reddito di cittadinanza, «fatto male»,  dal momento che i dati evidenziano come, nonostante la misura voluta dal M5s, «la povertà relativa è aumentata». Il che vuol dire «che non è quello lo strumento giusto così come è stato fatto per affrontare questo tema, perché la povertà l’affronti se anche sui territori crei le condizioni, non c’è solo il reddito ma ci sono altre cose». Il dovere del governo, ha aggiunto, «è creare lavoro, evitare che i giovani se ne vadano dal nostro Paese, come sta succedendo». Landini non ha risparmiato un riferimento alla questione immigrazione, evidenziando «la contraddizione di chi ha raccontato che saremmo un Paese invaso e che i problemi si risolvono chiudendo i porti, senza rendersi conto però che i giovani, soprattutto del Mezzogiorno, se ne stanno andando». La soluzione è dunque «un piano straordinario di investimenti pubblici è la condizione per far ripartire l’economia”». Barbagallo: «Mezzogiorno abbandonato» Barbagallo ha parlato di un «Mezzogiorno abbandonato» e della necessità «di riprendere l’economia».  «Cristo si è fermato ad Eboli - ha sottolineato - e l’alta velocità a Salerno: questo dà la dimensione di come il Mezzogiorno sia ancora abbandonato. Bisogna fare investimenti pubblici e privati per rilanciare l’economia e fare le infrastrutture. Basterebbe mettere in sicurezza il territorio per avere prospettive di rilancio, purtroppo invece dobbiamo piangere sempre morti sul lavoro per la scarsa capacità di dare sicurezza al lavoro e dobbiamo avere sempre una prospettiva sbagliata non utilizzando le risorse economiche europee che non spendiamo fino in fondo». Furlan: «Una manifestazione storica» Per la segretaria Furlan, la manifestazione unitaria ddi Reggio Calabria «è imponente» e «storica. Segna uno spartiacque». Il sindacato, ha aggiunto, «unisce il paese. Migliaia e migliaia di donne, di uomini e soprattutto giovani giunti da ogni regione del Mezzogiorno e anche dal resto d'Italia, con la loro presenza, lanciano un messaggio al Governo che non può essere ignorato: l'Italia non esce dalla crisi senza lo sviluppo del Mezzogiorno». Occorre, dunque, «una svolta negli investimenti pubblici e privati. Dobbiamo fermare la fuga dei giovani del Sud verso le altre regioni». L'invasione di campo di Salvini Ventiquattro ore dopo l'ultimatum lanciato al governo, il vicepremier Matteo Salvini decide di rispondere alla triplice, di fatto facendo le veci dell'altro vice, Luigi Di Maio, titolare del ministero del Lavoro. «Entro luglio li inviterò al Viminale, con altri rappresentanti del lavoro, del commercio, dell’impresa e dell’agricoltura per confrontarci e ragionare insieme sulla prossima manovra economica», annuncia il ministro dell'Interno. Salvini replica anche a Landini sulle critiche mosse nei confronti dell'Autonomia. «Gli manderò una copia della proposta sull’autonomia che finalmente porterà merito e responsabilità anche ai politici del Sud».