Gli adempimenti fiscali della fine di febbraio, in pratica le dichiarazioni Iva, sono a rischio. I commercialisti, infatti, hanno annunciato uno sciopero per ' sette giorni continuativi', a partire dal 28 febbraio. La decisione è stata annunciata dal presidente dell’Anc Marco Cuchel, a nome delle sette sigle sindacali di categoria ( le altre sono Adc, Aidc, Unico, Unagraco, Andoc e Ungdcec), al termine della manifestazione di ieri mattina in piazza Santi Apostoli, a Roma, per protestare contro una politica fiscale ' sorda' nei confronti delle loro esigenze e per contestare l’inserimento nel calendario fiscale di nuovi adempimenti con il Decreto collegato alla Legge di Bilancio 2017. Nel dettaglio, hanno riferito i leader sindacali al termine della manifestazione, alla quale hanno partecipato circa 3.000 professionisti, « abbiamo deciso di astenerci dal lavoro, facendo sì che gli adempimenti slittino di sette giorni. L’Agenzia delle Entrate riceverà, dunque, i dati sette giorni dopo la scadenza individuata » alla fine di febbraio. In questo stesso arco di tempo, inoltre, i commercialisti « si asterranno dal patrocinare le cause dinanzi alle Commissioni tributarie. Qualora l’iniziativa non sortisse effetti e non venissimo ascoltati - ha proseguito Cuchel andremo avanti » , riferendo che nel mirino di una probabile, ulteriore astensione dal lavoro potrebbe finire lo Spesometro. Roberta Dell’Apa, presidente dell’Aidc, ha aperto la manifestazione in Piazza Santi Apostoli: « Otto nuovi adempimenti non sono una tragedia: sono un insulto, e sono il segno della mancanza di rispetto di cui gode lo strato economico che sostiene il nostro Paese: le piccole e medie imprese, gli artigiani ed i professionisti » . I commercialisti protestano per il costo della burocrazia per imprese e professionisti. Per Fazio Segantini, presidente di Ungdcec, è stato «raggiunto il limite sia per noi che per i nostri clienti. È impensabile che imprese e professionisti impieghino più di 240 ore l’anno per effettuare gli adempimenti fiscali e previdenziali. L’ultimo decreto è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso».