Le scuole potrebbero riaprire il 7 gennaio. È questo l’orientamento del governo dopo la riunione di ieri sera in vista del nuovo Dpcm con le misure anti contagio che entreranno in vigore dal 4 dicembre. La richiesta, a quanto si apprende, è stata avanzata dalla gran parte dei governatori delle regioni e ancora la decisione non è stata assunta. L’orientamento sarebbe quello di riaprire a gennaio e non chiudere per il resto dell’anno scolastico. «Credo che sia la cosa più ragionevole, in questo modo ci sarà il tempo per mettere a posto le criticità. Nel caso di una riapertura a dicembre forse il tempo non sarebbe bastato, se non per i piccoli centri», ha detto all’Adnkronos il presidente dell’associazione nazionale presidi Antonello Giannelli commentando le indiscrezioni secondo cui il Governo sarebbe orientato a riaprire le scuole dopo il 7 gennaio. Tre i punti dolenti messi in evidenza da Giannelli. «Sul fronte delle superiori è fondamentale potenziare e riorganizzare il trasporto locale per evitare che ci si contagi andando a scuola. Altro punto è il potenziamento delle Asl: il sistema è andato in tilt perché è mancato il personale per il tracciamento e il monitoraggio sulla base dei dati forniti dalle scuole. Un altro problema serio è il reperimento dei supplenti. Non si riesce a trovare tutto il personale che serve». «Con uno sforzo intenso e una collaborazione molto spinta ce la possiamo fare. Bisogna ci sia la volontà di lasciare da parte le polemiche e agire in modo sinergico, se invece si continuerà nell’addossare le responsabilità ad altri rischiamo di non farcela. Sono fiducioso che prevarrà il senso di responsabilità di tutti, lo dobbiamo al Paese». Intanto, nel pomeriggio si è svolta a Palazzo Chigi la riunione fra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e i capi delegazione di maggioranza. Sul tavolo il Recovery fund e il confronto sulla struttura di governance. Alla riunione il titolare del Mef, Roberto Gualtieri, il ministro Enzo Amendola e il sottosegretario alla presidenza, Fraccaro. Domani è previsto un pre consiglio sul Dl Ristori. Secondo quanto si apprende, si va verso uno schema prevede il coinvolgimento del Comitato interministeriale per gli Affari europei; una struttura politica composta dal premier Conte e dai titolari di Mef e Mise, Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli; sei responsabili "tematici", secondo gli obiettivi del Recovery Plan, i quali potranno avvalersi di un gruppo di 300 tecnici. In particolare il ministro Vincenzo Amendola si occuperà dei rapporti con l’Unione Europea.