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La tensione tra AstraZeneca e l’Ue è altissima. E non solo perché l’azienda farmaceutica, nelle scorse settimane, ha annunciato una riduzione di quasi il 60% delle dosi impegnate nell'Unione nel primo trimestre a causa di un problema in uno stabilimento in Belgio. Ma anche perché il Ceo dell’azienda, Pascal Soriot, in un’intervista a Repubblica e al network Lena ha infuocato ulteriormente gli animi. «Non c’è alcun obbligo verso l’Ue. Nel contratto con gli europei c’è scritto chiaramente: “Best effort”. Ossia: “Faremo del nostro meglio”». E i ritardi, rispetto alle dosi consegnate nel Regno Unito, sarebbero dovuti al fatto che l’Ue ha firmato il contratto tre mesi dopo. «Tra l’altro - ha aggiunto - al momento, all’Europa va il 17% della produzione totale del vaccino di Oxford/AstraZeneca, nonostante gli europei siano il 5% della popolazione mondiale. E poi questo è un vaccino no profit per noi. Non ne ricaviamo un soldo». L’impegno, non appena arriverà l’approvazione Ema, «è recapitare all’Ue 17 milioni di dosi entro la fine di febbraio. Di queste, 2,5 circa in Italia», ha chiarito Soriot. Per andare incontro alle richieste europee, l’azienda si è detta disponibile ad anticipare al 7 febbraio l’inizio delle consegne, anziché il 15. Ma alla Commissione Ue non basta: i negoziatori hanno chiesto di dirottare in Europa parte dei vaccini prodotti nel Regno Unito, richiesta che non è andata giù al premier Boris Johnson, già irritato per la proposta di Bruxelles di voler controllare l’export delle dosi. «Spero che i nostri amici europei - ha detto Johnson - onorino i contratti». L’Ue, intanto, contesta la ricostruzione di Soriot, chiedendo lo svincolo dalla clausola di segretezza per poter pubblicare il contratto e smentire la teoria che la dosi per l'Ue debbano essere limitate alla fabbrica in Belgio. Secondo fonti della Commissione, infatti, le dosi possono essere prodotte in quattro impianti, due dei quali in Gran Bretagna, un terzo in Belgio, dove Soriot ha dichiarato esserci problemi di prestazioni, e l’ultimo in Germania. Secondo il Ceo di AstraZeneca, però, l’impianto in Gran Bretagna sarebbe destinato in via esclusiva al solo Regno Unito. Ma l’Ue insiste, definendo scorrette le affermazioni del Ceo. «La versione che l’azienda non abbia un obbligo di consegna» dei vaccini «perché ha firmato un accordo sul “miglior sforzo possibile”» nella produzione di dosi «non è né corretta nè accettabile», ha detto la commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, nel corso di una conferenza stampa. «Rigettiamo la logica primo arrivato primo servito», ha aggiunto. «È inaccettabile, c’è un dovere morale da rispettare». Ma a infastidire l’Europa è anche il sospetto che l’azienda abbia venduto all’estero le dosi prodotte negli impianti europei grazie ai fondi Ue (336 milioni già stanziati ma non tutti già erogati), opzione totalmente smentita da Soriot: «Un’ipotesi insensata, sul vaccino non facciamo profitti». Ma secondo i dati delle dogane, dall’Ue sarebbero stati spediti diversi vaccini fuori Europa. Non solo: a Bruxelles i dubbi riguardano anche le «contrastanti» giustificazioni sui ritardi, che «non dimostrano l’enorme taglio, perchè all’Ue nel primo trimestre arriverà un quarto delle dosi concordate ed è evidente che non può trattarsi di un guasto in un impianto». E per vederci chiaro l’Ue si sta organizzando con le autorità belghe per fare «un’ispezione nel sito produttivo». Il contratto - secondo la Commissione - prevede che prima dell’autorizzazione dell’Ema (che dovrebbe arrivare venerdì) l’azienda produca stock per farsi trovare subito pronta dopo l’ok. «Abbiamo sottoscritto un Contratto di acquisto anticipato per un prodotto che all’epoca non esisteva e che ancora oggi non è ancora autorizzato. E l’abbiamo firmato proprio per garantire che l’azienda costruisca la capacità produttiva per produrre il vaccino in anticipo, in modo che possa erogare un certo volume di dosi il giorno in cui viene autorizzato - ha spiegato la commissaria Kyriakides -. Non essere in grado di garantire la capacità di produzione è contro il testo e lo spirito del nostro accordo», ha insistito.