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Un tribunale sudcoreano ha assolto l'erede e capo de facto di Samsung Lee Jae-yong dall'accusa di frode contabile nella fusione del 2015 di due societa' del gruppo, come riporta l'agenzia di stampa Yonhap. Secondo la Yonhap, il tribunale ha ritenuto che non ci fosse «l'intenzione di danneggiare gli azionisti» attraverso la fusione, che secondo, secondo i pubblici ministeri, era stata progettata per consolidare il suo controllo sul gruppo tecnologico.
Lo scorso novembre i pubblici ministeri avevano chiesto una condanna a cinque anni di carcere. Lee ha negato di aver commesso illeciti, sostenendo di aver agito, insieme ad altri dirigenti, nella convinzione che la fusione avrebbe portato benefici agli azionisti. La sentenza a sorpresa potrebbe essere impugnata dai pubblici ministeri.