Sì, sì, certo, è un caso. Sono sicuro che è un caso. Però è un caso strano, che fa pensare. Nel giro di un paio d’ore, ieri sera, si è concluso il giudizio popolare su Matteo Salvini, che ha stabilito di non consegnarlo ai giudici che lo volevano processare per sequestro di persona, ed è scattato il mandato di cattura per il padre e la madre di Matteo Renzi, per bancarotta fraudolenta. Vedremo poi se le accuse contro i Renzi son solide o no - la statistica dice che le indagini sui politici si concludono quasi tutte con l’assoluzione, l’ultima venerdì scorso, dell’ex senatore Grillo ( Forza Italia), ma non si hanno ancora statistiche sui genitori dei politici - per ora sappiamo solo che i due leader politici più importanti degli ultimi 5 anni sono stati messi sotto tiro dalla magistratura, e sappiamo che, ormai, le grandi battaglie politiche - quelle che cambiano i rapporti di forza - si giocano sotto la direzione e la regia della magistratura. La politica può barcamenarsi, può provare a divincolarsi, a cercare scappatoie, come ha fatto con Salvini, ma la stretta della magistratura è implacabile. Ieri notte Matteo Renzi ha rilasciato dichiarazioni molto dure, a commento dell’arresto dei suoi genitori. Ha detto che è un provvedimento assurdo e sproporzionato. Molto difficile dargli torto. Complicato non vedere una motivazione politica nell’arresto. Magari c’è da fare anche un’altra considerazione: il Pd oggi voterà per il rinvio a giudizio del Matteo nemico proprio mentre la magistratura prende in ostaggio i genitori del Matteo amico. Forse oggi il Pd si renderà conto che giocare al giustizialismo non conviene mai. Mai. Nemmeno contro Salvini. Il garantismo spesso è a corrente alternata. Il giustizialismo invece è implacabile. Finché sarà così vincerà sempre il giustizialismo. Del resto che il giustizialismo sia una brutta bestia si son resi ben conto stavolta anche i 5 Stelle, che ieri hanno visto i sorci verdi, stretti tra il dovere di salvare il governo e la necessità di abbandonare, per la prima volta, in modo clamoroso, la tesi che la magistratura ha sempre ragione e deve avere le mani libere. Faranno tesoro di questa esperienza o torneranno domani stesso a mettere sugli altari i Pm?

Tutto ciò avviene esattamente nel 27° anniversario dell’arresto di Mario Chiesa e dell’inizio dell’avventura di “Mani pulite”. Che si concluse con la liquidazione della prima repubblica. Sì, certo, è un caso...