Separati in casa. Sulle politiche del Governo in tema di contrasto all’immigrazione clandestina, le correnti della magistratura che compongono la Giunta unitaria dell’Associazione nazionale magistrati hanno da tempo posizioni molto distanti fra loro. La “spaccatura”, in particolare, si è amplificata sulla linea dura del ministro dell’Interno nei confronti dell’Ong. Se Area, il cartello delle toghe progressiste, è assai critica nei confronti di Matteo Salvini, stigmatizzando aspramente la sua decisione di vietare lo sbarco dei migranti nei porti italiani, Magistratura indipendente, il gruppo moderato, ha da sempre invece un profilo distaccato, evitando ogni tipo di coinvolgimento nel dibattito politico. In mezzo, la corrente centrista Unicost che non ritiene opportuno una presa di posizione dell’Anm in pendenza di un procedimento penale aperto nei confronti del capo del Viminale. «Rivendichiamo il diritto di intervenire nelle scelte politiche del Governo che riguardano la tutela della libertà degli individui», dichiara Cristina Ornano, segretaria generale di Area. «Siamo magistrati, il nostro ruolo è quello di farci promotori del rispetto dei diritti delle persone. Da custodi della legalità, riteniamo giusto confrontarci sulle decisioni politiche in contrasto con il dettato costituzionale», prosegue Ornano, puntualizzando che la posizione di Area non vada però in alcun modo intesa come «una forma d’ingerenza nelle scelte delle Governo».

E sulla mancata presa di posizione unitaria dell’Anm in tema di migranti, il giudizio è chiaro: «È un arretramento culturale. L’Associazione nazionale magistrati non deve occuparsi solo di temi squisitamente sindacali». Di diverso avviso, come detto, le toghe di Magistratura indipendente. «Credo che i magistrati quotidianamente impegnati nell’esercizio della giurisdizione non siano particolarmente interessati a questo genere di polemiche», puntualizza Edoardo Cilenti, già segretario nazionale dell’Anm per Magistratura indipendente. «C’è il rischio di alimentare uno scontro istituzionale.

E non è affatto apprezzabile», prosegue Cilenti. «Siamo usciti da un ventennio di rapporti conflittuali fra toghe e politica e pensavamo di esserci lasciati definitivamente alle spalle quella stagione», continua la toga di Mi. «Vorrei infine fare una semplice riflessione: ad ogni decisione del ministro dell’Interno in tema di migranti segue un duro comunicato dei colleghi di Area. Prima per lo stop alla nave Diciotti, ora per quello alla Sea Watch. Penso così facendo si corra il concreto rischio di rendere il clima sempre più incandescente.

E peraltro vi sono procedimenti pendenti e quindi vi è un dovere ancora maggiore di self restraint», spiega. «Siamo sensibili al tema della tutela dei diritti. Ci mancherebbe altro.  Ma non dobbiamo scivolare nel campo della polemica politica», afferma Piero Indinnimeo, componente della Segreteria collegiale di Unicost. «In un fase molto delicata come questa, con il ministro dell’Interno oggetto di un procedimento penale, una presa di posizione dell’Anm rischierebbe di condizionare il corretto esercizio dell’attività giurisdizionale», aggiunge poi il magistrato di Unicost.