Il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, è in carcere da un anno esatto in Russia, e ancora in attesa di un processo per accuse di spionaggio che la Casa Bianca ritiene false, ma che potrebbero comunque condannarlo alla prigione per decenni. Figlio di emigrati ebrei dall'Urss negli anni '70, è nato negli Stati Uniti, ha coperto le notizie dalla Russia per sei anni, incluso un periodo con l'AFP. Nel frattempo però dare notizie in modo indipendente e dal campo è diventato sempre più pericoloso oltre che in molti casi illegale.

Il suo arresto nel marzo 2023 con l'accusa di spionaggio - la prima accusa del genere contro un giornalista occidentale dall'era sovietica - ha dimostrato che il Cremlino era pronto ad andare oltre come mai prima in quella che il presidente Vladimir Putin ha definito una "guerra ibrida" con l'Occidente. Il Wall Street Journal e la Casa Bianca negano con veemenza le accuse della Russia, che vedono come un falso pretesto per ottenere il rilascio dei russi detenuti negli Stati Uniti. Il presidente Vladimir Putin ha detto il mese scorso che gli piacerebbe vedere Gershkovich rilasciato come parte di uno scambio di prigionieri, ma ha avvertito che alcuni "termini" sono in discussione. Il 32enne rischia fino a 20 anni di carcere se ritenuto colpevole.