Finisce con un sit in che deborda lungo le scalinate che arrivano in Piazza Venezia, la settimana horribilis di Roma. Dopo il tragico omicidio a San Lorenzo di Desirée Mariottini, il crollo della scala mobile nella metro Repubblica con 25 feriti e i tanti guai della Capitale - dall’immondizia al degrado dei parchi, fino al trasporto pubblico sempre più congestionato - i romani hanno organizzato una manifestazione pacifica di protesta contro la sindaca pentastellata, eletta poco più di due anni fa col 70% delle preferenze al ballottaggio. Dietro l’organizzazione le “sei cattive ragazze” (come si sono ribattezzate su facebook) Emma, Francesca, Martina, Roberta, Tatiana, Valeria, che attraverso i social e video del disastro cittadino sono riuscite a mobilitare una piazza fatta di persone comuni, cittadini dai quartieri e nessun simbolo di partito. Tanti cartelli ironici: da "Raggi, una buca vi inghiottirà" a "Roma (pulita) o morte", ma nessuna bandiera e nessun palco, solo un microfono dal quale si sono alternati gli interventi. Una conclusione di settimana amara, per Virginia. Ormai la sindaca è sotto assedio: da un lato I leghisti alle porte guidati dal vicepremier Salvini che ormai ha più che una mezza idea di trasformare la Capitale nel successo definitivo della Lega; dall’altra la Procura di Roma. Il 10 novembre è attesa la sentenza nel suo processo per falso e la condanna sembra scontata. Raggi aveva detto che, se condannata in primo grado, avrebbe rispettato il rigido statuto 5 Stelle e si sarebbe dimessa, ma voci in Campidoglio dicono che la sindaca potrebbe provare a resistere autosospendendosi dal Movimento. Il messaggio della piazza, però, è chiaro. Rimane da verificare, alla prova dei fatti, quale futuro aspetta la città, ormai sfinita da se stessa e dai suoi tanti mali non curati, che oggi dimostra di sentirsi tradita anche dal cambiamento pentastellato.