Sono 48 articoli. Densi. Pieni di dettagli, anche nei “capi” dell’articolato ( tutti tranne quello sul Csm) enunciati sotto forma di delega, e perciò destinati a tradursi in decreti ancora più puntuali. Pensare dunque che la riforma della giustizia firmata Bonafede possa essere accantonata come una leggina speciale qualsiasi sarebbe temerario.

L'esame del Cdm Oggi in Consiglio dei ministri il disegno di legge messo a punto a via Arenula innanzitutto con avvocati e magistrati dovrebbe essere “approvato con riserva”. Difficile prevedere tempi fulminei di assegnazione alle Camere, ma difficile anche un ritorno ai box.

«Sarà certamente discusso», spiega un esponente della Lega in primissima linea nel limare il testo. Certo è che per tutta la giornata di ieri si è consumata un’estenuante revisione a Palazzo Chigi, nel cosiddetto pre- consiglio, che ha visto coinvolti i tecnici del ministero della Giustizia, della Presidenza e dei due partiti di maggioranza.

Oggi il Carroccio si riunirà prima della riunione di governo, fissata per le 15, e si affiderà innanzitutto al giudizio di Giulia Bongiorno, alla quale, dalle parti di Salvini, spetta l’ultima parola in materia.

Le modifiche della Lega Le novità ci sono. La Lega è pronta a proporne altre, alcune direttamente alle Camere. «Vogliamo rendere la riforma ancora più coraggiosa», ha spiegato il sottosegretario Jacopo Morrone.

Ma intanto sono nero su bianco diversi aggiustamenti, alcuni perfezinati nelle due settimane abbondanti trascorse dall’invio della prima bozza alla Presidenza del Consiglio, altri decisi in extremis.

Tra i più significativi: nel sistema elettorale del Csm, la previsione che il sorteggio si terrà all’inizio, per individuare i “magistrati” candidabili, tra i quali poi ci sarà l’elezione vera e propria; nella parte destinata alla riforma del processo penale è scomparsa la norma che attribuiva al Csm il potere di definire le priorità nell’azione penale; nelle valutazioni di professionalità dei magistrati, il parere degli psicologi sarà acquisito dal Csm solo “laddove emergano situazioni concrete ed oggettive che inducano a dubitare del requisito dell’equilibrio”; infine, l’annunciato ( dal ministro Bonafede) adeguamento ai parametri della legge Pinto ( quella sul diritto a essere risarciti per la durata eccessiva del processo) dei tempi di fase massimi per la definizione dei giudizi, che non dovranno sforare i 6 anni, pena l’illecito disciplinare contestabile al giudice.

Via libera in pochi giorni Resta la chiara impressione che un impianto del genere sia troppo strutturato perché lo si possa liquidare come un’iniziativa estemporanea. Se non oggi, il via libera definitivo del Consiglio dei ministri è destinato ad arrivare in pochi giorni.

Da una parte c’è il nesso con l’ormai famigerata entrata in vigore della “nuova” prescrizione, che dovrebbe indurre a sbrigarsi soprattutto con la parte della riforma che riguarda il penale. Dall’altra ci sono materie che col penale c’entrano poco nulla: oltre al Csm, innanzitutto la riforma del civile e poi le parti su ordinamento giudiziario e divieto di ritorno in magistratura per le toghe che fanno politica; su questi “capi” della riforma, l’ipotesi di un veto leghista ha poco senso.

Casomai è scontato che già oggi il partito di Matteo Salvini subordinerà il proprio via libera, anche parlamentare, a due condizioni: che Bonafede metta sul tavolo, pronto a discuterla, anche la riforma delle intercettazioni e che alla Camera il Movimento 5 Stelle non ponga ostacoli all’esame della legge costituzionale sulla separazione delle carriere, proposta dall’Unione Camere penali. Due altri enormi temi che sono però ovviamente ” esterni” al ddl Bonafede messo all’ordine del giorno di oggi.

Civile e penale Nel dettaglio, va notato che secondo la bozza circolata fino a ieri sera non ci sono “ravvedimenti” su alcuni aspetti delle nuove norme sul civile ritenute problematiche dall’avvocatura. Resterebbe immutato quello che il presidente dell’Unione nazionale Camere civili Antonio de Notaristfani definisce «il rischio di veder aumentare, nel processo, i contrasti sugli aspetti formali, in particolare sui nuovi limiti imposti alle parti nella possibilità di presentare memorie istruttorie».

Riguardo al penale, c’è l’accennato passo indietro sulla “precedenza” da dare ai fascicoli: se ne occuperà solo il capo di ciascuna Procura in sinergia con i vertici degli altri uffici gel distretto, presidenti di Tribunale inclusi.

Oltre al ricordato “temperamento” del ricorso agli psicologi, va detto che l’inversione fra sorteggio ed elezione, per i togati del Csm, fa in modo che i “candidabili” individuati a caso siano “pari al 20 per cento” dei magistrati che abbiano raggiunto almeno la terza valutazione di professionalità.

Si parla di diverse centinaia di giudici e pm. I collegi saranno 19 e non 20 come previsto nella prima versione. Dettagli. Certo è che la riforma ne contiene troppi perché li si possa buttare tutti a mare in una volta sola.