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Le forze armate dell’Iran decideranno tempo e luogo per la risposta all’attacco di mercoledì a Kerman, avvenuto durante la commemorazione per il quarto anniversario dell’uccisione del generale Qassem Soleimani in un raid Usa in Iraq nel 2020. Lo ha detto il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, parlando alla folla di persone che partecipava ai funerali di alcune delle vittime dell’attacco di Kerman. Il Presidente iraniano ha affermato che dagli attacchi del 7 ottobre di Hamas arriverà il collasso di Israele: «Sappiamo che l’operazione diluvio al Aqsa porterà la fine del regime sionista. I nostri nemici si rendono conto del potere dell’Iran e il mondo intero è al corrente della sua forza e capacità. Le nostre forze decideranno il luogo e il momento in cui agiremo», ha detto, parlando della risposta di Teheran all’attentato, rispondendo alle urla della folla che chiedeva «vendetta». Infine Raisi, riferendosi al califfato creato negli anni scorsi a cavallo tra Siria e Iraq dal sedicente Stato islamico, ha rimarcato che il piano americano di formare «un altro Israele» in Medio Oriente è «fallito» grazie al lavoro del defunto generale dei Guardiani della Rivoluzione, Qassem Soleimani.
Resta alta la tensione in Medioriente e mentre Israele intensifica i bombardamenti nel sud della Striscia di Gaza, il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha iniziato un nuovo giro diplomatico nell’area in un momento in cui gli attacchi e omicidi degli ultimi giorni in altri Paesi fanno crescere i timori che la guerra possa estendersi diventando un conflitto regionale. Blinken sarà in Turchia, Grecia, Giordania, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Israele, Cisgiordania ed Egitto. Nell’agenda di Blinken dunque oltre che la necessità di limitare le vittime civili a Gaza, la questione degli aiuti umanitari e degli ostaggi e il futuro di Gaza post guerra ci saranno gli sviluppi recenti nella regione. In primo luogo il raid di martedì a Beirut attribuito a Israele in cui è stato ucciso il numero due dell’ufficio politico di Hamas, Saleh al- Arouri, che rende ancora più delicata la situazione con il Libano, con gli occhi sono puntati su un nuovo discorso del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, atteso per venerdì. Ma in agenda ci sono anche le due esplosioni che in Iran hanno preso di mira mercoledì le celebrazioni con migliaia di partecipanti per il quarto anniversario dell’uccisione del generale Qassem Soleimani: l’attacco è stato rivendicato dall’Isis, che probabilmente spera di trarre vantaggio dal caos nella regione. Come pure sul tavolo saranno gli attacchi nel Mar Rosso dei ribelli yemeniti houthi, sostenuti dall’Iran. Quanto agli Stati Uniti, una fonte ha confermato che sono stati loro a compiere il raid aereo di giovedì in Iraq che ha preso di mira una milizia filo-iraniana, la Forza di mobilitazione popolare ( Pmf), uccidendone un comandante militare.
Intanto a Gaza gli attacchi continuano. Il nuovo bilancio delle vittime da inizio guerra fornito dal ministero della Sanità della Striscia è di 22.438 morti e 57.614 feriti: 14 di queste sono morte in bombardamenti israeliani avvenuti nella notte ad al- Mawasi, vicino Khan Younis. Secondo quanto riferito da al- Jazeera, la maggior parte delle vittime aveva meno di 10 anni. E sarebbero almeno sei le persone sono rimaste uccise in un attacco aereo israeliano contro un’abitazione a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.
I funzionari dell’obitorio locale affermano che l’attacco è avvenuto poco prima di mezzanotte di giovedì. Sohad al- Derbashi, la cui sorella è stata uccisa nell’attacco, ha dichiarato: «Erano civili innocenti che non avevano nulla a che fare con quello che sta succedendo». L’uomo che sembra essere stato l’obiettivo dell’attacco era un funzionario del governo di Hamas e non un combattente. Centinaia di migliaia di palestinesi si sono ammassati a Rafah, una delle aree in cui Israele ha detto alla gente di cercare rifugio. Ma le forze israeliane continuano a colpire l’intera enclave.