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Attacco durante la notte a Israele, colpita da un’ondata di missili provenienti dall’Iran e dallo Yemen. Secondo quanto riferito dai soccorritori del Magen David Adom (Mda), il bilancio iniziale parla di 10 morti, tra cui alcuni bambini. I feriti sono almeno 200. Forti esplosioni sono state udite a Tel Aviv e a Gerusalemme. Le autorità militari hanno invitato la popolazione a rimanere nei pressi dei rifugi antiatomici.
Iran: «Attacchi più gravi se Israele insisterà»
Poco prima dell’attacco, il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche aveva messo in guardia Israele: in caso di ulteriori offensive su obiettivi nucleari e militari iraniani, Teheran avrebbe risposto con attacchi «più gravi ed estesi». Sabato sera si è verificata la quinta ondata di bombardamenti, concentrata sul nord di Israele, in particolare nella città di Tamra, nei pressi di Haifa. La polizia israeliana ha confermato il decesso di quattro donne – due quarantenni, una ventenne e una tredicenne – che, secondo fonti locali, sarebbero tutte appartenenti alla stessa famiglia.
Un nuovo attacco, la sesta ondata, ha avuto luogo nelle prime ore di domenica mattina. Le aree colpite sono state Bat Yam, a sud di Tel Aviv, e una località nella regione della Sefela, a ovest di Gerusalemme. I soccorritori del Mda hanno confermato la morte di quattro persone a Bat Yam: una donna di 69 anni, una di 80, e due bambini intorno ai dieci anni.
Israele risponde: attaccati obiettivi militari a Teheran
In risposta agli attacchi, Israele ha bombardato obiettivi strategici in Iran. Le Forze di Difesa Israeliane (Idf) hanno confermato di aver colpito la sede del Ministero della Difesa iraniano, la centrale dell’Organizzazione per l’Innovazione e la Ricerca sulla Difesa (Spnd) e altri siti ritenuti collegati al programma nucleare iraniano. I media iraniani, tra cui Press TV e Tasnim, hanno riferito anche di un incendio presso la raffineria di Shahran, nei pressi di Teheran, colpita durante l’offensiva.
Dall’inizio della vasta operazione militare israeliana, avviata giovedì scorso, oltre 100 persone sarebbero rimaste uccise in Iran. Tra le vittime figurano membri della leadership militare e scienziati coinvolti nei progetti di arricchimento dell’uranio.
Israele valuta un'azione diretta contro Khamenei
Secondo quanto riportato dal Times of Israel, un funzionario israeliano avrebbe affermato che la possibilità di colpire direttamente la guida suprema iraniana, Ayatollah Ali Khamenei, «non è esclusa». Il quotidiano cita un articolo del Wall Street Journal in cui si sostiene che tale opzione non sarebbe considerata «off limits» da parte di Tel Aviv.
«L’operazione durerà settimane» – sostegno implicito degli USA
Fonti israeliane e statunitensi, interpellate dalla Cnn, prevedono che le operazioni contro l’Iran si protrarranno per settimane. Secondo quanto riportato da Axios, Israele avrebbe chiesto agli Stati Uniti di unirsi al conflitto, ma per ora Washington non intende intervenire direttamente. Il giornalista Barak Ravid ha riferito su X che «Israele ha sollecitato l’amministrazione Trump a partecipare alla guerra per smantellare il programma nucleare iraniano», citando un funzionario americano secondo cui al momento non sarebbe in corso alcuna valutazione in tal senso.
Il presidente Donald Trump ha avvisato l’Iran che «se venissimo attaccati in qualsiasi modo, tutta la forza e la potenza delle Forze Armate statunitensi si abbatterebbero su di noi a livelli mai visti prima», ha scritto sul social Truth. Il presidente americano ha anche sottolineato che «gli Stati Uniti non hanno nulla a che fare con l’attacco all’Iran di stasera». «Possiamo facilmente raggiungere un accordo tra Iran e Israele e porre fine a questo sanguinoso conflitto».
Crosetto: «Israele teme l’uso dell’atomica da parte dell’Iran»
«La corsa dell’Iran verso l’arricchimento dell’uranio e la costruzione della bomba atomica era ed è inaccettabile per Israele. Perché l’Iran ha ribadito, più volte, che il suo scopo è distruggere non Israele – che non chiama nemmeno Stato di Israele, ma “entità sionista” – ma ogni presenza israeliana nella regione. Il giorno in cui l’Iran avesse la bomba atomica, non perderebbe un’ora: la userebbe senza esitazione. Israele lo sa, lo ha sempre saputo, ed è la sua principale preoccupazione. Per questo non era difficile prevedere che prima o poi sarebbe partito un attacco rilevante». Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in una intervista al Corriere della Sera.
«A ora non ci sono segnali concreti di imminente impiego di armi nucleari da parte di Israele che invece vuole neutralizzare questi armamenti – ha detto Crosetto –. Ma, come in ogni conflitto, e in questo caso ancora di più, è fondamentale agire con assoluta prudenza. È nostro dovere lavorare affinché la tensione si abbassi il prima possibile e si trovi una forma di nuova convivenza tra Israele e Iran. Altrimenti, il rischio di escalation è molto più grave rispetto ad altri scenari globali».