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Attacchi in Siria
Sale la tensione in Medioriente dopo i raid aerei condotti da Israele nel sud della Siria, in risposta al lancio di razzi contro il versante israeliano delle Alture del Golan. A renderlo noto sono state le Forze di difesa israeliane (Idf), che hanno confermato di aver colpito «armi appartenenti al regime siriano», specificando che «il regime è responsabile di ciò che avviene dal suo territorio e continuerà a subirne le conseguenze finché proseguiranno le attività ostili».
Secondo quanto riportato dal Times of Israel, due razzi erano stati lanciati nella notte tra martedì e mercoledì verso Israele, innescando la pronta reazione dello Stato ebraico. Gli attacchi aerei si sono concentrati in particolare sulla città di Quneitra e sulla zona di Daraa, nel sud della Siria. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito di «violente esplosioni”» che hanno scosso la città e le campagne circostanti. Tra le aree colpite figurano il 175° Reggimento nei pressi della città di Izra, la zona di Tal al-Mal e Tal al-Shaar, vicino a Quneitra. Nonostante l’intensità dell’offensiva, al momento non risultano confermate vittime civili o militari.
La Siria, dal canto suo, non ha confermato il lancio dei razzi, ma ha duramente condannato l’attacco israeliano. In una nota diffusa dal ministero degli Esteri e riportata ancora dal Times of Israel, Damasco ha parlato di «pesanti perdite umane e materiali», accusando Israele di aver «violato la sovranità siriana in un momento in cui abbiamo più che mai bisogno di calma e soluzioni pacifiche».
Il governo siriano ha quindi fatto appello alla comunità internazionale affinché si mobiliti per fermare le azioni militari israeliane. «Chiediamo alla comunità internazionale di assumersi le proprie responsabilità per fermare questi attacchi e di sostenere gli sforzi volti a ristabilire la sicurezza e la stabilità in Siria e nella regione», ha dichiarato il ministero.