La Brigata ebraica del 1944- 1945 fu una unità militare formata pressoché totalmente da volontari di religione ebraica che, in quegli anni, operò sul fronte italiano della Seconda guerra mondiale come parte dell’esercito britannico. Costituita nel settembre 1944, venne impiegata in Italia dal marzo al maggio 1945 e, successivamente, a guerra finita, fu destinata a numerosi altri compiti in Belgio, Olanda e Polonia sino al 1946 allorché, trovandosi dislocata al confine italo- austro- jugoslavo di Tarvisio, venne sciolta. Sebbene non sia stata, in senso assoluto, la prima unità militare costituita da ebrei, essa fu tuttavia la prima e l’unica ad aver preso parte attiva ad azioni belliche della Seconda guerra mondiale sotto la bandiera con la stella di Davide.

Questa bandiera era bianca, gravata al centro con una stella azzurra a sei punte, si differenziava da quella attuale dello Stato di Israele perché priva delle due bande orizzontali azzurre sui lati maggiori del drappo.

Come si divenne alla creazione di una tale unità combattente composta da ebrei nel contesto delle truppe di Sua Maestà? Occorre rifarsi al settembre 1939 quando, appena scoppiato il secondo conflitto mondiale, Chaim Weizmann, Presidente dell’Organizzazione sionista mondiale, offrì al Governo britannico la cooperazione degli israeliti allo sforzo bellico inglese contro i nazisti antisemiti e intavolò trattative con il primo ministro Arthur Chamberlain tese alla creazione di una forza combattente ebraica da incorporare nelle fila dell’esercito britannico. Da principio gli inglesi si dimostrarono riluttanti ad accettare questa proposta, nel timore che una unità così formata potesse poi rivendicare richieste autonomiste in Palestina, ma successivamente, nell’estate del 1940, cambiarono opinione, ritenendo che l’istituzione di un contingente esclusivamente ebraico nelle loro Forze armate avrebbe spinto gli ebrei americani ad esercitare pressioni sul governo Roosvelt al fine di ottenere aiuti militari alla Gran Bretagna, a fronte di una opinione pubblica americana allora del tutto incline a disinteressarsi delle vicende europee. In quest’ottica il Governo di Sua Maestà mise allo studio la possibilità di istituire una unità militare da immettere nelle file del proprio esercito, che però non fosse composta esclusivamente da ebrei, nel timore di irritare gli arabi musulmani del Medio Oriente e prospettandosi la costituzione di un contingente misto arabo- ebraico. Ciò non era però quello cui aspiravano entrambe le comunità, ebraica e musulmana, che non intendevano in alcun modo amalgamarsi tra di loro e che protestarono vigorosamente contro tale ipotesi: essa venne pertanto precipitosamente ritirata.

Allorchè a capo del governo giunse Winston Churchill nell’ottobre 1940, il gabinetto di guerra britannico torna sulla ipotesi di istituire un corpo militare formato esclusivamente da ebrei, nella consistenza di una divisione, le cui reclute sarebbero state formate per lo più da volontari rifugiati o da ebrei americani, oltre a una forte componente di ebrei provenienti dalla Palestina. Tale corpo militare avrebbe dovuto essere aggregato all’esercito senza tuttavia possibilità di impiego diretto in combattimento, ma adibito a compiti di sussistenza o ausiliari. Ossessionato però sempre dal timore di una reazione arabo- musulmana nel Medio Oriente, il governo inglese mutò nuovamente indirizzo e, prima che la formazione ebraica potesse divenire operativa, nel dicembre dello stesso anno sospese l’attuazione del progetto e quindi, nel gennaio dell’anno successivo, lo annullò. Nello stesso gennaio 1941, l’Agenzia ebraica rivolse una nuova richiesta al governo britannico per la creazione di una formazione esclusivamente ebraica da impiegare direttamente al fronte e offrì all’esercito inglese un primo gruppo di 2500 volontari. Sotto l’incalzare delle sconfitte ad opera dei tedeschi e nella necessità di sopperire alle perdite umane, Churchill accettò argine questa offerta e istituì due compagnie di volontari ebrei, note poi come “Buffs”, che vennero aggregate al terzo reggimento fanteria e alcuni gruppi antiaerei e di artiglieria costiera, destinati alle guarnigioni in Palestina; e un corpo di ausiliari per la Royal Air Force. Il 6 agosto 1942 il governo britannico istituì ufficialmente il “Reggimento Palestine”, composto da tre battaglioni ebraici e uno arabo. Questa decisione creò nuovi malumori nella popolazione ebraica e molti volontari rifiutarono di far parte del reggimento. A questo punto si determinò un fatto tragicamente nuovo: nel novembre del 1942 cominciarono a giungere in Palestina le prime notizie sui campi di sterminio nazisti in Europa, per cui i contingenti dei volontari ebrei, spinti dallo sdegno e dall’orrore, chiesero fermamente di essere trasferiti dal fronte africano dove combattevano a quello europeo.

Parte del governo inglese riteneva che un reggimento esclusivamente ebraico non si doveva costituire, altri invece riconoscevano agli ebrei il diritto morale di combattere direttamente coloro che stavano distruggendo il loro popolo in Europa, tenendo anche conto del fatto che gli Alleati non avevano fatto nulla per fermare gli eccidi nazisti.

Churchill, colpito dalle notizie sui massacri, spinse il gabinetto di guerra ad approvare, il 3 luglio 1944, l’istituzione ufficiale di una brigata esclusivamente ebraica, composta da tre battaglioni di mille uomini l’uno, al comando del brigadiere generale delle guardie di Sua Maestà Ernst Benjamin, ebreo, con facoltà di innalzare la propria bandiera. La brigata venne inviata nella seconda metà del novembre 1944 per il fronte italiano, aggregata alle truppe britanniche. In particolare, venne a far parte della 78esima divisione, schierata su una linea che, da La Spezia, correva, valicando gli Appennini, sino a Ravenna, immediatamente a nord della linea gotica tedesca. Per tutto l’inverno del 1944 la linea del fronte rimase ferma, il 9 aprile invece la VIII armata iniziò ad avanzare lungo la linea adriatica sulla scia del corpo d’armata polacco che fungeva da cuneo di sfondamento. Il 20 aprile la divisione ebraica si unì, in quel di Argenta, a est fi Imola, alla 56esima divisione neozelandese. Il 23 aprile varcò in forze il Po.

Il 25 aprile, in concomitanza con i moti insurrezionali che le unità antifasciste avevano scatenato nelle principali città del Nord Italia. Subito dopo, mentre la V armata Usa puntava su Verona, Vicenza, Trento, Brescia e Alessandria, la VIII britannica avanzò verso est e il 27 aprile, superato l’Adige, si diresse verso Padova, Treviso, Venezia e Tarvisio al confine con l’Austria e su questo confine fu stanziata la Brigata ebraica il 25 maggio, dopo che le ostilità si erano concluse il 9 con la resa incondizionata della Germania.

In seguito, parte della brigata fu trasferita in Belgio e Olanda e 150 militari furono segretamente istruiti e poi destinati a organizzare stazioni di ascolto in funzione antisovietica in Austria e Germania, mentre coloro che erano rimasti a Tarvisio contribuirono nascostamente all’emigrazione clandestina di ebrei in Palestina e all’acquisto di armi da destinare all’esercito ebraico che si andava formando lì. A metà del 1946 il governo britannico, seguendo il piano di smobilitazione generale, decise lo scioglimento della brigata, nonostante l’opposizione dell’Agenzia ebraica.

In totale gli ebrei che prestarono servizio volontario dal 1939 al 1946 furono oltre 30mila e di questi 710 morirono in battaglia, 7130 furono feriti, 1769 fatti prigionieri, 323 decorati al valore e 182 ottennero promozioni sul campo. Durante la campagna d’Italia i volontari furono 4984.