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Residents of an apartment building damaged after shelling by the Ukrainian side stand near the building in Kursk, Russia, Sunday, Aug. 11, 2024. (AP Photo)
«Apparentemente, il nemico sta cercando di migliorare le sue posizioni negoziali in futuro, ma di che tipo di negoziati possiamo parlare con persone che colpiscono indiscriminatamente civili, infrastrutture civili o cercano di creare una minaccia per gli impianti di energia nucleare?». A una settimana dall’inizio della controffensiva ucraina nella regione russa di Kursk, cominciata martedì scorso, Vladimir Putin esclude ogni negoziato di pace con Kiev e annuncia «una risposta adeguata».
Le prime dichiarazioni erano arrivate nel fine settimana da Mosca, che aveva spiegato di aver fermato ulteriori avanzate a Tolpino, Juravli e Obshchi Kolodez, tre città situate a circa 30 km dal confine con l’ex repubblica sovietica, ammettendo di fatto l’incursione. «Tutti gli obiettivi che abbiamo di fronte saranno raggiunti senza alcun dubbio», assicura ora il presidente russo durante una riunione incentrata sulla situazione in corso: l’operazione nelle regioni orientali dell’Ucraina andrà avanti a prescindere.
Secondo le dichiarazioni riportate dalle agenzie russe, Putin accusa l’Ucraina di usare l’incursione transfrontaliera per migliorare la sua posizione negoziale in eventuali, futuri, colloqui di pace, e per fermare l’avanzata russa nel Donbass. Il tutto puntando il dito contro la Nato, di cui i soldati ucraini - secondo Mosca - starebbero utilizzando armi, anche pesanti. «Il nemico sta eseguendo la volontà dei suoi padroni occidentali - dice Putin - Ora è chiaro il motivo per cui il regime di Kiev ha rifiutato le nostre proposte di ritornare ad un piano pacifico per risolvere il conflitto, così come le proposte di mediatori interessati e neutrali». La priorità di Mosca è «far sloggiare» gli ucraini dai territori che hanno occupato nell’ultima settimana. E intanto, dopo giorni di silenzio sull’operazione, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ne ha riconosciuto per la prima volta l'esistenza in un videomessaggio sui suoi profili social pubblicato sabato sera, spiegando che Kiev sta cercando di «spostare la guerra nel territorio dell'aggressore».
In seguito all’attacco dell'Ucraina, la Russia ha inviato rinforzi e ha istituito un regime “antiterrorismo” in tre regioni frontaliere dell’Ucraina - Kursk, Belgorod e Brjansk - e portato avanti una complessa procedura di evacuazione: il governatore ad interim di Kursk, Alexei Smirnov, ha riferito che 121mila residenti hanno lasciato la regione. «La profondità della penetrazione nemica nel territorio della regione di Kursk è di 12 chilometri, la larghezza lungo il fronte è di 40 chilometri», spiega Smirnov. Che accusa le truppe ucraine di aver usato armi chimiche nella regione russa. «L’altro ieri, la brigata Rosseti nel distretto di Belovsky è stata colpita dal fuoco e le bombe contenevano sostanze chimiche», dichiara il governatore. Intanto Russia e Ucraina si accusano a vicenda per l’incendio alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, ormai completamente domato, escludendo però che abbia provocato una perdita radioattiva. L’agenzia per l’energia nucleare delle Nazioni Unite controlla regolarmente la situazione e ha confermato che al momento non ci sono problemi, ma ha richiesto che la sua squadra avesse «accesso immediato alla torre di raffreddamento per valutare il danno».