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Ora è guerra, guerra vera. Le truppe di Mosca non solo hanno attraversato il confine ucraino nelle regioni separatiste del Donbass e del Lugansk, ma si sono spinte per centinaia di chilometri nel territorio dove si è combatte in decine di province. Almeno sette le città più importanti coinvolte negli scontri tra militari di Mosca e forze armate ucraine. L’azione più eclatante dei russi a pochi chilometri dalla capitale Kiev, dove gli elicotteri del Cremlino hanno bombardato per ore il vecchio aeroporto di Hostomel, poi i paracadutisti lo hanno occupato a fine pomeriggio. In città, dove le sirene hanno suonato ininterrottamente, la gente fugge verso le regioni più “tranquille” dell’ovest, mentre chi rimane si ripara nei sotterranei della metropolitana per sfuggire a eventuali lanci di missili da parte dei droni russi. Il conflitto si è acceso anche in un altra località dal forte impatto simbolico: la città di Chernobyl, teatro nel 1986 del più famoso incidente nucleare della storia: «Dopo aspri combattimenti, abbiamo perso il controllo del sito di Chernobyl», ha dovuto ammettere Mikhailo Podoliak, consigliere della presidenza ucraina. Kiev aveva precedentemente riferito di combattimenti vicino al deposito di scorie nucleari del sito, sollevando il timore del pericolo di una fuga di radiazioni che per il momento sembra scongiurato. Lo stato maggiore dell’esercito russo, in una conferenza stampa ha assicurato che gli obiettivi sono unicamente militari , che non hanno in programma l’occupazione del Paese e che i civili ucraini possono stare tranquilli. Rassicurazioni che lasciano il tempo che trovano visto che spesso si combatte vicino alle abitazioni e che i bombardamenti, per quanto “chirurgici” hanno ampi margini di errore. Il presidente ucraino Zelensky accusa invece Mosca di colpire deliberatamente obiettivi civili, mentre il ministro della Salute, Viktor Liashko, ha denunciato le forze russe di aver bombardato anche alcuni ospedali. «Questa è una diretta violazione della Convenzione di Ginevra da parte delle truppe russe! Simili azioni dell'invasione pongono una minaccia diretta alla vita e alla salute della popolazione civile e sono contrari alle norme del diritto umanitario internazionale». Sul fronte della diplomazia invece tutto tace, nel senso che non ci sono canali di comunicazione aperti con Mosca impegnata nella sua offensiva. Ma i leader occidentali annunciano nuove durissime sanzioni economiche dopo quelle dei giorni scorsi nei confronti di banche e di personalità vicine al Cremlino. Il premier britannico Johnson ha fatto sapere che verrà bandita dallo spazio aereo del Regno anche Aeroflot, la compagnia di bandiera russa. Non ci sarà invece un’escalation militare da parte dei paesi Nato; se l’Alleanza mantiene lo stato d’allerta, ha attivato nuovi piani di difesa e monitora da vicino la situazione, non ci saranno truppe che andranno in soccorso di Kiev. Lo stesso presidente degli Stati Uniti Joe Biden afferma con estrema chiarezza che le forze statunitensi «non combatteranno in Ucraina». Insomma, le condizioni ideali per permettere a Vladimir Putin di consumare con successo il suo blitzkrieg.