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Massimo Bossetti è stato condannato all'ergastolo dal tribunale di Bergamo, per l'omicidio di Yara Gambirasio.È stata la giornata più lunga della vita di Massimo Bossetti, il 45enne accusato della morte di Yara Gambirasio. Dopo due anni e mezzo dall'arresto, si chiude oggi, dopo un anno, il processo davanti alla Corte d'Assise di Bergamo per il muratore di Mapello. La 45esima e ultima udienza si è aperta con le parole di Bossetti che ha letto un foglio scritto di suo pugno per urlare ancora una volta la propria innocenza: "Sarò anche stupido, un ignorantone, un cretino, ma non sono un assassino; questo sia chiaro a tutti", ha affermato Bossetti che si è detto "convinto che la verità sull'omicidio debba essere portata alla luce. Vorrei incontrare i signori Gambirasio, anch'essi vittime di chi non ha ancora saputo trovare il vero colpevole o i veri colpevoli. Ripeto: sarò un ingenuo, ma non un assassino". Bossetti ha, quindi, chiesto la ripetizione dell'esame del Dna, per l'accusa la "prova regina" che dimostrerebbe la colpevolezza dell'imputato: "Quel Dna non è mio, vi imploro, ripetete il test", ha detto Bossetti che in conclusione ha spiegato che accetterà "il verdetto qualunque esso sia perchè pronunciato, ne sono convinto, in assoluta buona fede. Ma ricordatevi che se mi condannerete sarà il più grave errore giudiziario di questo secolo. Mi rendo conto che è molto difficile assolvere Bossetti, ma è molto più difficile sapere di aver condannato un innocente". Dopo le sue parole i giudici si sono ritirati in camera di consiglio. I FATTIYara Gambirasio scompare nel pomeriggio del 26 novembre 2010. All'epoca ha 13 anni e l'ultima volta che viene vista viva sta lasciando la palestra di Brembate di Sopra, il paesino in provincia di Bergamo dove tuttora vivono i suoi genitori. Il suo cadavere viene ritrovato dopo tre mesi, il 26 febbraio 2011, a 10 chilometri di distanza da quella palestra, in un terreno incolto di Chignolo d'Isola. In quelle settimane, l'attenzione degli inquirenti si concentra su Mohammed Fikri, un marocchino arrestato mentre si trova su un traghetto diretto a Tangeri. A incastrarlo un'intercettazione la cui traduzione risulta in seguito sbagliata, per cui Fikri viene definitivamente scagionato. Dopo il ritrovamento del corpo di Yara gli inquirenti riescono a trovare sugli slip e sui suoi leggins una traccia di sangue diversa da quella della 13enne. Vieni così battezzato il profilo di 'Ignoto 1' che, dopo indagini lunghe e complesse, secondo l'accusa risulterebbe essere Bossetti. Massimo Bossetti, muratore di 45 anni, viene arrestato, dopo aver raccolto con una scusa il suo Dna, il 16 giugno 2014. Le indagini a suo carico vengono chiuse nel febbraio del 2015, con la richiesta di rinvio a giudizio. Il 3 luglio si apre il processo a carico di Bossetti, con l'accusa di omicidio pluriaggravato, davanti alla Corte d'Assise di Bergamo presieduta da Antonella Bertoja. Per l'accusa, rappresentata dal pm Letizia Ruggeri, a incastrare l'imputato è la "prova regina" del Dna, oltre che alcune immagini di una videocamera che riprenderebbero il suo furgone passare davanti alla palestra pochi minuti prima della scomparsa di Yara. La difesa, affidata agli avvocati Paolo Camporini e Claudio Salvagni, sostiene che la traccia di Dna mitocondriale, che indica la linea materna, non corrisponde al loro assistito: per gli avvocati, infatti, "solo il Dna nucleare ha valore forense", senza tralasciare il fatto che quello prelevato è stato "contaminato" e che le modalità di custodia e conservazione rappresentano altri "tallone d'Achille" di un processo solo "indiziario". Bossetti si è dichiarato sempre e solo "innocente", dal giorno del suo arresto ad oggi.