Hillary Clinton spicca il volo nei sondaggi, sia a livello nazionale, dove ha un solido nove per cento di vantaggio, ma anche, e soprattutto, negli stati chiave, come la Virginia dove arriva al 14%. Secondo il rilevamento pubblicato oggi infatti dal Nbc news, se si votasse oggi la democratica prenderebbe il 50% dei voti contro il 41% di Donald Trump. E il vantaggio sul candidato repubblicano scende di poco, con il 43% contro il 37%, se si calcolano gli altri due candidati presidenziali, il libertarian Gary Johnson, che ha l'11%, e la "verde" Jill Stein, al 4%.Anche se sia Clinton che Trump incassano più giudizi negativi, il 59% per lei e il 64% per lui, che positivi, Clinton distanzia nettamente il candidato repubblicano quando si parla della "personalità e del temperamento necessari per essere presidente": il 42% è disposto a scommettere sull'ex segretario di Stato, mentre solo il 17% punta sul magnate.GLI STATI CHIAVEInteressante, poi, il sondaggio in Virginia dove Clinton, che hascelto come vice il senatore ed ex governatore dello stato Tim Kaine, è sostenuta dal 52% contro il 38% che si dichiara a favore di Trump. Il dato è molto importante dal momento che la Virginia, tradizionale roccaforte repubblicana, è diventato un importante swing state.Anche nella maggioranza degli i altri stati chiave Clinton viene data in vantaggio, in alcuni anche in modo consistente come Pennsylvania, +9%, Wisconsin, +9% , Colorado, +11%, stando allemedie pubblicate dal sito Clear Real Politics. E la democratica haanche nove punti in North Carolina, stato che nel 2012 è stato vintodal repubblicano Mitt Romney. Anche con un margine minore, cinque punti, Clinton nel weekend veniva data in vantaggio anche in un altro stato tradizionalmente cruciale, la Florida.Questi numeri stanno convincendo sempre più gli osservatori repubblicani del fatto che Trump, anche se mancando ancora 80 giorni al voto, potrebbe non avere più molto tempo per cercare una rimonta. Il principale problema, lamentano gli strateghi Gop che hanno sempre visto Trump come il fumo negli occhi, è che il candidato repubblicano dopo la fine delle primarie non ha fatto nulla per cercare di attirare sostegno oltre quello che gli fornisce lo zoccolo duro di sostenitori."Il suo cammino verso la vittoria era stretto sin dall'inizio ed oraappare diventare ogni giorno più stretto", ha spiegato a The Hill lostratega Matt Mackowiak, riferendosi alle varie sortire autolesioniste, a partire da quella contro la famiglia di un militarepluridecorato caduto in Iraq fino alle accuse rivolte al presidente diessere il fondatore dello Stato Islamico, che hanno caratterizzato leultime settimane di campagna elettorale di Trump.