Mancano poche ora alla chiusura dei seggi, dopo il giorno in cui l'America ha dato vita al rito democratico di più imponenti proporzioni in Occidente. I due contendenti non potrebbero essere più diversi. Da una parte Hillary Clinton, 69 anni, democratica, che aspira a realizzare il suo personale sogno amiercano: diventare la prima Presidente donna degli Stati Uniti. Dall'altra Donald Trump, 70 anni, imprenditore milionario e repubblicano fuori dagli schemi.GLI STATI IN BILICOIl numero magico per ogni candidato presidente è 270, come il numero di delegati necessari per venire eletti. In questo momento, secondo i sondaggi, la democratica Hillary Clinton è ferma a 268 delegati, contro i 204 di Trump. Questo significa che i 66 delegati dei cosiddetti "swing states", gli stati in bilico, determineranno il vincitore: attenzione, dunque, a Florida (attualmente in bilico), Ohio (probabile repubblicana) e Pennsylvania (probabile democratica).In Florida, stato chiave perchè elegge 29 delegati, a determinare il risultato saranno gli immigrati di origine ispanica e i pensionati. L'Ohio invece è la voce del dissenso, ex grande stato industriale, oggi esprime il malcontento per l'impoverivmento delle industrie nel Paese.Non tutti gli stati, però, sono uguali: da tenere d'occhio è il New Hampshire, stato considerato "infedele", perchè da sempre oscillante tra i due schieramenti e spesso termometro anticipatore dei cambi politici nel paese. Oggi i pronostici lo danno come incerto. Altro stato chiave è il Nevada, considerato il più attendibile tra i "bellwether States" (i cosiddetti "stati montone", ovvero quelli che guidano il gregge dei votanti): nello stato occidentale si afferma quasi sempre il vincitore delle elezioni generali (dal 1976 ha individuato il vincitore in 9 casi su 10). Ora è in bilico. PER COSA ALTRO SI VOTADomani l'America non eleggerà solo il suo presidente e il suo vice, ma anche tutti i 435 deputati della Camera dei rappresentanti; 34 senatori su 100; i governatori di 12 stati; i sindaci di alcune grandi città come Baltimora, Milwaukee e San Diego e molte cariche locali (sceriffi, procuratori distrettuali).Ovviamente, l'elettorato bombardato dalla campagna elettorale per le presidenziali sarà molto influenzato anche nel voto locale.LE DONAZIONIClinton si conferma la prima della classe, almeno nella raccolta fondi. La democratica ha surclassato il competitor raccogliendo 386 milioni di dollari in contributi elettorali, contro i 169 milioni raccimolati da Trump. Hillary ha potuto contare su un forte contributo economico da parte di uno stato storicamente democratico come la California e di New York, la sua città adottiva dove è stata eletta senatrice.In contributi di Trump, invece, sono venuti prevalentemente dagli stati del sud come il Texas, roccaforte conservatrice, e la Florida.CHI APPOGGIANO LE STARTradizionalmente, in America la campagna elettorale si gioca anche su una contrapposizione tra star del cinema e dell'intrattenimento. Il duello Trump-Clinton si è caratterizzato per l'altissimo numero di vip, schierati per l'una o per l'altro competitor.Hillary Clinton ha potuto contare sull'appoggio di moltissime donne del mondo dello spettacolo, che hanno sposato la sua campagna "femminista" contro il machismo di Trump. Citandone solo alcune: Beyoncè, Madonna, Katy Perry, Lena Dunham e Sarah Jessica Parker.Trump, invece, può contare sull'endorsement di uno storico repubblicano come Clint Eastwood, del pugile Mike Tyson, il wrestler Hulk Hogan e - a colmare la quota femminile - la cantante country Loretta Lynn.LA GALASSIA SOCIALL'analisi dei Social Media testimonia un dato generale: gli americani sono stanchi della politica e nessuno dei due candidati ha ispirato gli elettori. Nel gioco al meno peggio, però, vince Hillary Clinton: secondo Brandwatch, Trump ha generato il 62,4% di sentimenti negativi nelle sue menzioni su Twitter, Clinton invece ha generato un sentimeno positivo nel 53,8% dei casi. Durante i dibattiti, tuttavia, il repubblicano ha catalizzato il 59% delle conversazioni su Twitter, contro il 41% della Clinton. Su Facebook, invece, il Tycoon ha totalizzato 11,7 milioni di followers contro i 7,4 di Hillary. Quanto ai frequentatori attivi delle pagine, però, i due quasi si equivalgono: 4milioni 66mila persone che hanno scritto sulla pagina della democratica, contro i 4milioni 379mila su quella di Trump. Untitled infographicCreate line charts