PHOTO
Mercato popolare di Farwah colpito dagli attacchi aerei statunitensi, a Sanaa, Yemen
L'esercito statunitense ha colpito più di mille obiettivi in Yemen dalla metà di marzo, nell'ambito della sua campagna aerea contro i ribelli Houthi. Questo è quanto riportato dal Pentagono nel suo ultimo bilancio. L'annuncio arriva dopo che, nella notte, il Regno Unito ha comunicato di aver effettuato un attacco aereo congiunto con l'esercito statunitense, colpendo un impianto di produzione di droni dei ribelli Houthi nello Yemen.
Dal 15 marzo, «gli attacchi del Centcom (U.S. Middle East Command) hanno colpito più di mille obiettivi, uccidendo combattenti e leader Houthi e compromettendo le loro capacità», ha dichiarato il portavoce del Pentagono, Sean Parnell. Domenica scorsa, il Centcom aveva riferito di aver colpito oltre 800 obiettivi e di aver registrato centinaia di morti tra i ribelli.


Poche ore dopo l'annuncio del Pentagono, gli Houthi hanno accusato l'esercito statunitense di aver bombardato una prigione a Saada, la loro roccaforte nello Yemen settentrionale, uccidendo 68 persone e ferendone 47 migranti africani detenuti nel carcere colpito. Il Comando statunitense per il Medio Oriente (Centcom) ha dichiarato di essere «a conoscenza delle accuse di vittime civili legate agli attacchi statunitensi in Yemen» e ha assicurato di «prendere queste accuse molto seriamente». È stato precisato che una valutazione dei danni e un'indagine su queste accuse sono attualmente in corso.
Nel frattempo, gli Houthi, che controllano ampie zone dello Yemen, hanno intensificato le loro azioni contro il traffico marittimo dal 2023, in solidarietà con i palestinesi nella Striscia di Gaza, devastata dal conflitto tra Hamas e Israele. I ribelli rivendicano anche regolarmente la responsabilità di attacchi missilistici diretti contro Israele, sebbene lo Stato ebraico affermi di aver intercettato tutti i missili.