Riceviamo e pubblichiamo una lettera della famiglia di Gabriel Natale Hjorth, il ragazzo americano condannato a 22 anni di carcere per l’omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega in concorso con Finnegan Lee Elder.

Roma, Chiesa di San Roberto Bellarmino, giovedì 13 luglio 2023, ore 16. «Vorrei dirti, papà, che sei sempre stato un esempio di gentilezza e generosità. E specie in questi ultimi anni, un leone che ha ispirato e dato forza a tutti noi. Io non posso credere che un essere così speciale semplicemente sparisca».

Oggi ci tenevamo a rendere noto l’ultimo saluto al nostro caro Giuseppe Natale, nonno di Gabriel Natale Hjorth, il giovane ragazzo italo-americano detenuto da 4 anni in carcere in Italia, dapprima condannato all’ergastolo in primo grado perché giudicato colpevole di concorso nell'omicidio del vice-brigadiere Mario Cerciello Rega, condanna poi ridotta in secondo grado a 22 anni di reclusione e annullata lo scorso marzo 2023 dalla Corte di Cassazione.

La vicenda drammatica della morte di un giovane e stimato membro dei Carabinieri è ben nota nel nostro Paese e ha suscitato grande commozione collettiva e la lettura degli atti processuali ha ispirato il libro «Gabriel. Non ho ucciso nessuno» di Fabrizio Berruti, in cui si ricostruisce e si fa un po’ di chiarezza, atti processuali alla mano, su una vicenda trattata dai media, e forse non solo da loro, senza il necessario distacco dall’emotività e senza la sacrosanta e irrinunciabile obiettività.

Si ripartirà, quindi, con un nuovo processo d’appello, come sentenziato dalla Corte di Cassazione, di cui si attendono ancora le motivazioni. In questa giornata di caldo afoso romano, per un attimo, prendendo spunto dalla nostra dolorosa esperienza, vorremmo riflettere ad alta voce sulle persone che stanno dietro, i familiari, le vittime collaterali dei condannati alla galera, di coloro che penano anni per vedere la loro vita tornare libera, spesso con uno stigma sociale indelebile. Cosa si deve affrontare là fuori dalla galera per sostenere, per pretendere l'ovvio, cioè che «La Legge sia uguale per Tutti», cioè che la Giustizia abbia il coraggio della Verità? Sono costi personali inestimabili ed inestinguibili. Rabbia, tristezza, crepacuore, senso di impotenza cronico, fatica economica, dignità e riservatezza lesi, sensazione di essere improvvisamente derubati, il calvario di un'attesa che pare senza fine. Statistiche e scienza mostrano chiaramente come, troppo spesso, lo stress traumatico cronico e l’insorgenza di malattie gravi, talvolta fatali, siano la conseguenza di questi vissuti. Certo, ad un certo punto si muore tutti, e quasi tutti naturalmente, ma poi molto dipende come e da quali acceleratori intervengono in vita. Affidando a Berruti le proprie parole, Gabriel rifletteva solo pochi mesi fa che «una sentenza ingiusta come quella che mi è stata imposta condanna ogni innocente come me e prima di tutti ogni persona della mia famiglia. Questa è la lunga scia di un errore».

Quattro anni di detenzione iniziati all’età di 18 anni per ripartire a breve con un nuovo processo. Gabriel, avendo ricevuto un supporto totale dalla propria famiglia ed una dedizione amorosa di cui il nonno era capofila temeva pure che «i nonni non ci siano più a festeggiare insieme il giorno che finalmente mi lasceranno libero. Quanto sarebbe ingiusto». Oggi queste parole quasi profetiche sono accompagnate dal silenzio con cui suo nonno ha lasciato il corpo. Con un permesso straordinario firmato dal Giudice, Gabriel ha potuto assistere alla funzione in Chiesa, giunto scortato dagli agenti penitenziari in uniforme, personale che ha mostrato grande umanità verso Gabriel e noi tutti familiari in lutto. «Mio nonno è senza dubbio una delle anime più pure e pulite che io abbia mai incontrato. Ha una forza unica che è pari solo alla sua saggezza. Non mi ha fatto mai dubitare del suo amore e non mi scorderò mai quando mi diceva "se solo potessi farmi io la galera al tuo posto". Ovviamente non avrei mai accettato, ma solo il modo in cui lo diceva con convinzione, mi faceva venire i brividi e mi dava coraggio. Ora ho un angelo in più che mi guarda da sopra. Ciao Nonno, grazie per tutto quello che mi hai insegnato, ti voglio bene». Certo, Gabriel, il nonno continuerà ad aiutarti anche da lassù.