Nella guerra tra Israele e Hamas gli ostaggi sono l'elemento chiave che può far mutare la situazione in un senso o nell'altro. Netanyahu è sotto il fuoco della protesta dei parenti come dimostra l'irruzione alla Knesset di un gruppo di familiari in segno di protesta per l'inazione su questo fronte. Nello stesso tempo i racconti di chi è tornato a casa sono terribili. Aviva Siegel, una di coloro che è stata liberata, davanti al Parlamento ha detto che nei tunnel sotto la Striscia di Gaza vengono perpetrati abusi e violenze sessuali sulle donne e da questa furia non vengono risparmiati neanche gli uomini: «I terroristi portano vestiti che non vanno bene per le ragazze, le vestono come le bambole. Hanno trasformato le ragazze nelle loro bambole, con cui possono fare quello che vogliono. Ed è incredibile che siano ancora lì». Il seguito del racconto e scioccante: «Voglio dirvi che anche ai ragazzi toccano queste cose: non possono rimanere incinti ma ci passano anche loro. E qualcosa ora deve cambiare. Vorrei tornare ostaggio per proteggere quelle ragazze, come ho fatto quando ero lì. Mi sentivo come se fossero le mie figlie». Lunedi scorso è stato il giorno più nero per Israele dal massacro del 7 ottobre. Una pagina tragica della guerra contro Hamas a Gaza scritta con il sangue di almeno 24 soldati dell'IDF che hanno perso la vita.

Ventuno di loro erano riservisti, morti in un'esplosione probabilmente causata da mine che le forze israeliane avevano piazzato in due edifici per demolirli, così come hanno reso noto le Forze di Difesa Israeliane che stanno conducendo un indagine sull'accaduto mortale. Il portavoce dell'IDF, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha detto che i soldati sono stati uccisi nel centro di Gaza intorno alle 16.00 vicino al kibbutz di Kissufim sul lato israeliano del confine. Secondo le fonti di Tel Aviv erano coinvolti in un'operazione per consentire ai residenti del sud di Israele di tornare in sicurezza alle loro case dopo che decine di migliaia di persone sono state evacuate. Dai primi rilievi sulla dinamica dell'esplosione si pensa che un missile sparato da combattenti armati palestinesi abbia colpito un carro armato a guardia delle truppe provocando la deflagrazione degli edifici.

Un colpo duro che ha costretto Netanyahu a rinforzare la sua linea di condotta relativa alla guerra affermando che le operazioni andranno avanti fino alla vittoria finale. La risposta è dunque tutta di tipo militare. Lo provano gli avvertimenti che gli israeliani stanno lanciando agli abitanti di Khan Yunis, nel Sud della Striscia, affinché lascino l'area dopo aver annunciato di aver circondato la zona. Come successo già altre volte tutto ciò prelude a un assalto in grande stile che i movimenti delle truppe stanno confermando.

I testimoni (e lo stesso esercito dello stato ebraico) hanno riferito il posizionamento di unità di paracadutisti, della brigata Givati e mezzi blindati, assistiti da unità di commando. L'obiettivo sarebbe lo smantellamento “Brigata Khan Yunis” di Hamas. Intanto c'è da registrare il solito copione di accuse e smentite riguardanti attacchi agli ospedali, questa volta sarebbe toccato al nosocomio di Al- Khair, che si trova nell'area di al- Mawasi a ovest, il personale sarebbe stato arrestato.

L'andamento sul campo corrisponde a quello diplomatico. Le voci che il Qatar stesse lavorando ad un nuovo accordo di tregua sono state respinte sia da Hamas che da Israele. Le dichiarazioni giunte da Tel Aviv in questo caso parlano chiaro. Il portavoce del governo Eylon Lavy ha sottolineato che Israele non accetterà un accordo per il cessate il fuoco che lasci i suoi ostaggi a Gaza o che consenta a Hamas di continuare a governare l'enclave palestinese.