Il premier spagnolo, Pedro Sanchez, annuncia che non rassegnerà le proprie dimissioni dopo le accuse di corruzione nei confronti della moglie Begoña Gómez presentate da un sindacato vicino all’estrema destra. Il primo ministro ha detto che continuerà a ricoprire il suo incarico “se possibile, con più forza di prima” in una dichiarazione al Palazzo della Moncloa, sede del governo a Madrid. Sanchez ha riferito di aver informato il re della sua decisione e ha sottolineato che “la mobilitazione sociale” che si è avuta questo fine settimana in suo favore, con diverse manifestazioni, “ha influito” sulla sua decisione.

«Dopo giorni di riflessione ho risposta chiara»

Sanchez ha ricordato di aver scritto mercoledì una lettera alla cittadinanza in cui rifletteva se valesse la pena continuare a “sopportare” gli attacchi che “da 10 anni soffre” la sua famiglia in cambio di continuare a essere premier. “Oggi dopo giorni di riflessione ho la risposta chiara“, ha detto il leader, sottolineando di aver avuto bisogno di “fermarsi e riflettere”. La lettera “non obbedisce a un calcolo politico”, ha assicurato, affermando di aver mostrato in questa “un sentimento che in politica non è ammissibile, ho riconosciuto che fa male vivere questa situazione, che non auguro a nessuno”.

“Questa campagna di discredito non finirà”

“Viviamo in una società in cui si insegna” ad andare avanti “a tutti i costi”, ma “ci sono volte in cui l’unica forma di avanzare è fermarsi e decidere con chiarezza dove vogliamo andare”, ha affermato Sanchez nel suo discorso. “Io e mia moglie sappiamo che questa campagna di discredito non finirà, è grave, ma non è la cosa più rilevante, possiamo sopportarlo”, ha aggiunto il leader, “l’importante è che vogliamo ringraziare dal cuore per la solidarietà ed empatia ricevuta“. Sanchez ha quindi ringraziato il Partito socialista e ha affermato che la mobilitazione dei giorni scorsi in Spagna è stata “decisiva” per la sua scelta.