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«La patente a punti è una prima risposta alle nostre richieste di sicurezza dei lavoratori nei cantieri. Si tratta di una idea lanciata dalla Filca nel 2003 e prevista nei decreti 81/2008 e 106/2009, ma ora è necessario che sia accompagnata da passi concreti e da regolamenti. Per questo riteniamo fondamentale il dialogo con le parti sociali dell’edilizia e il coinvolgimento del sistema bilaterale edile quale elemento di qualificazione». Lo dichiara Enzo Pelle, segretario generale della Filca-Cisl nazionale. «Già le Casse edili – prosegue - certificano la regolarità col Durc e la congruità della manodopera, sia nei lavori pubblici che nei privati. Si tratta di attori del sistema edile che collaborano con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro già da tempo. Gli Enti bilaterali della Formazione e Sicurezza, poi, svolgono funzioni e hanno maturato un’esperienza proprio nel campo in cui la Patente a punti si muove, basta citare la formazione alla sicurezza e al mestiere, le attività di consulenza svolta per le imprese o l’asseverazione per i modelli di organizzazione e gestione della salute e sicurezza, attività sostenuta dall’Inail e regolamentata dall’Uni. La Patente a punti – sottolinea Pelle - è uno strumento di qualificazione dell’impresa. Questa finalità, di conseguenza, deve essere attuata con il supporto di esperienze concrete già riconosciute da norme e istituti. Solo in questo modo la Patente potrà fornire i risultati sperati: divenire uno strumento inclusivo, volto a reale beneficio per il sistema edile e di chi fa della qualità, della sicurezza dei lavoratori e del costruito, il suo obiettivo primario. Alla ministra del Lavoro chiediamo di coinvolgere tutte le parti sociali del settore edile per avviare in modo inclusivo e mirato questo prezioso strumento», conclude il segretario generale della Filca.