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Boris Johnson
«Chiedo scusa». Il premier britannico Boris Johnson non fa un passo indietro dopo la pubblicazione dell’atteso report della funzionaria Sue Gray sul partygate, riguardante le feste tenute negli uffici governativi britannici durante il lockdown. Parlando alla Camera dei Comuni, dove aveva aperto il suo intervento dicendosi «dispiaciuto», ha detto di «accettare in pieno le conclusioni» contenute nel Rapporto e ha promesso che farà cambiamenti al modo in cui sono gestiti Downing Street e l’ufficio di Gabinetto. Johnson ha dichiarato che la natura «frammentaria» dell’organizzazione va affrontata, dunque creerà un ufficio del primo ministro. Oltre a questo, il premier ha promesso che nei prossimi giorni ci saranno ulteriori annunci, in modo da migliorare il lavoro del governo e la sua relazione con il Parlamento. «Ho capito e lo risolverò», ha detto Johnson, usando l’espressione «I will fix it». L’intervento del premier è stato spesso interrotto dalle voci di disapprovazioni che si sono levate dai banchi dell’opposizione. La più dura quella del leader laburista Keir Starmer, che ha definito Bojo «un uomo senza vergogna». Le conclusioni del Rapporto di Sue Gray sul partygate sono una «condanna» per Johnson, ha detto Starmer, che è tornato a chiedere le dimissioni del premier. Si è spezzato il «legame di fiducia tra il governo e i cittadini», ha detto il leader laburista. Ma Johnson non ha fatto alcun cenno a possibili dimissioni ed ha anzi rivendicato l’azione del suo governo. «Ci si può fidare di noi», ha detto, «abbiamo fatto cose che la gente riteneva impossibili».