Le carceri francesi scoppiano, il sovraffollamento dei detenuti infatti sta toccando numeri record, persino superiori a quelli dell’Italia, flagellata dalla piaga dei suicidi.

Era dal periodo precedente il lockdown istituito per contenere il contagio di Covid che le prigioni transalpine non facevano toccare livelli superiori anche a quelli italiani. I dati sono stati forniti direttamente dal Ministero della Giustizia francese che ha rilevato una densità carceraria pari al 120%.

Attualmente il numero dei detenuti è di 72836 persone rilevate il 1° dicembre, secondo i dati statistici sono ventisette in più rispetto al censimento storico dello scorso novembre. La composizione penitenziaria conta il 3,6% di donne e lo 0,8% minorenni. Sempre dal punto di vista statistico si puo notare che in un anno le persone incarcerate sono aumentate di 2844 unità, il 4% di incremento.

A fronte dell’elevarsi del numero dei detenuti però si riscontra una disponibilità logistica nettamente inferiore e cioè 60698 posti operativi. Questo, appunto, fa giungere a una densità superiore a quella registrata solo l'anno scorso quando era del 115,2%. In realtà la popolazione carceraria era fortemente diminuita grazie alle misure del governo adottate durante la pandemia e il confinamento conseguente.

Il responsabile dell’Amministrazione penitenziaria francese, Stéphane Bredin, aveva annunciato che le carcerazioni sarebbero diminuite di 9923 unità. Già in quel momento il problema del sovraffollamento era rilevante. Lo stesso Bredin aveva sottolineato come «l’impatto della crisi (sanitaria ndr.) sui numeri delle detenzioni è stato molto elevato, la densità di popolazione è ormai vicina al 103%, il tasso di sovrappopolazione è diminuito del 22 % dall’inizio della crisi».

Poco dopo la dichiarazione dello stato d’emergenza il governo francese emanò un’ordinanza per rendere più semplici le scarcerazioni anticipate per chi aveva un residuo di pena inferiore a due mesi, per ragioni sanitarie, o per i detenuti che erano in carcere a seguito di una misura cautelare. Inoltre fu inviata una circolare a tutti i tribunali per chiedere di rimandare le detenzioni per i condannati a pene brevi, e di applicare la carcerazione preventiva soltanto ai casi più gravi.

Da allora però le detenzioni sono tornate a salire regolarmente fino a raggiungere un primo massimo ad ottobre scorso. Tali condizioni hanno fatto drasticamente peggiorare le condizioni di vita nelle celle.

È stato calcolato che ben 2133 detenuti dormono su materassi buttati sul pavimento. Chiaramente la possibilità di agibilità e movimento sono estremamente ridotte, i 15420 detenuti (rispetto alla capienza limite) che superano i posti disponibili infatti intasano gli ambienti già angusti.

Più di un quarto dei detenuti, il 26,4%, sono imputati, cioè persone ancora in attesa di giudizio e dunque a tutti gli effetti ancora presunte innocenti. Negli istituti penitenziari dove si trova questa tipologia di detenuti in custodia cautelare o condannati a pene minime, la densità è del 142,8%. Cinquantasei carceri francesi hanno inoltre una densità superiore al 150%. In sei prigioni si giunge alla soglia del 200% , si tratta delle carceri di Bayonne, Carcassonne, Nîmes, Perpignan, Foix e Bordeaux-Gradignan.

Il responsabile del sistema penitenziario francese, Dominique Simonnot, ha messo in luce come «sono circa 64mila i detenuti che si trovano in una situazione di sovraffollamento, il che significa due o tre per cella, meno di un metro quadrato di spazio vitale per persona, e questo ventuno ore su ventiquattro».

Secondo Thomas Fourrey, segretario generale del Syndicat des avocats de France, «è possibile aggiustare la fine delle pene per rendere vivibili le carceri, ciò che era possibile nel 2020 deve esserlo anche nel 2022.».