«Questa emergenza rischia di mettere all’angolo i colleghi più giovani. Il mondo cambierà, ma noi avvocati saremo partecipi di questo cambiamento, indirizzandolo sempre verso la difesa dei diritti fondamentali». Francesca Palma, presidente dell’Unione regionale forense delle Marche, racconta il momento di difficoltà vissuto dall’avvocatura della sua regione. E propone delle idee al governo: «Via libera al pagamento delle note spesa e compensazione di crediti e imposte».

Presidente, come sta vivendo questo momento l’avvocatura marchigiana?

C’è una situazione di sofferenza generalizzata, soprattutto tra i giovani, la fascia più debole dei colleghi, che hanno minori risorse. I Consigli dell’ordine stanno valutando tutte le possibilità per attuare dei protocolli per risolvere le emergenze con i procedimenti in remoto, ma l’importante è che questa rimanga una modalità temporanea.

Quali sono le maggiori difficoltà dei giovani?

La stasi del mercato genera maggiore crisi. Chi ha già diverse cause avviate potrà star fermo un periodo di tempo, avendo un capitale che consentirà di ammortizzare i danni. Per un ragazzo che sta cominciando la professione, invece, la ruota si ferma al momento della partenza e farla muovere nuovamente è molto più complicato.

L smaterializzazione del processo la convince?

Ben vengano le udienze online, limitatamente ai casi urgenti. È necessario in questa situazione. Finita l’emergenza, però, bisogna abbandonare le leggi d’emergenza. Il telematico può essere utile per attività puramente burocratiche, per questioni semplici, per i depositi, ma non per altro. L’udienza è un momento importante.

Le misure pensate dal governo

per i liberi professionisti sono sufficienti?

È sicuramente poco. Capiamo che le risorse sono esigue, però ci possono essere anche altri modi per risolvere questa problematica. Una misura tampone fondamentale è rendere immediato il pagamento di tutte le note spesa per il gratuito patrocinio. Una volta finita la prestazione, che già viene pagata in maniera inferiore rispetto ad un prezzo di mercato congruo, il pagamento si realizza, se tutto va bene, dopo un paio di anni e questo è un meccanismo che deve essere velocizzato. Ci sono tante giacenze da smaltire e abbiamo chiesto alla magistratura di accelerare le liquidazioni. Un’altra proposta che abbiamo avanzato è la possibilità della compensazione tra i crediti e le imposte dovute.

Cosa vi preoccupa maggiormente?

Vista la situazione economica della regione, che è manifatturiera con carattere industriale, ma di tipo artigianale e medio- piccola, abbiamo un contesto economico già in sofferenza. La maggior parte delle imprese manifatturiere hanno dovuto chiudere, in una situazione economica già stressata dalle emergenze del terremoto, che ancora non erano state smaltite. Ad agosto entrerà in vigore la riforma del diritto fallimentare, con dei nuovi parametri per per vedere se l’impresa rientra o meno nella possibilità di avere credito e nella possibilità di essere o meno in decozione. Parametri che in questa situazione non possono essere rispettati. Ecco, noi chiediamo con forza di rinviare l’entrata in vigore di queste norme.

Anche nelle Marche ci sono state offerte di consulenze legali per danni sanitari legati all'emergenza sanitaria?

Ci sono state esternazioni sulla stampa locale contrarie al nostro codice deontologico. Esporsi in modo tale quasi da incentivare azioni o richieste di persone che sono profondamente colpite dalla perdita dei loro cari è sicuramente sbagliato. Noi dobbiamo tutelare i diritti di tutti, ma nel rispetto delle norme e non in altro modo. Questi episodi fomentano una situazione di incertezza che in questo momento non è giusto che ci sia. È certo, invece, che la sanità ha bisogno di aiuto: ci sono state situazioni in cui, purtroppo, medici e infermieri sono stati costretti ad operare, come si suol dire, a mani nude e non deve succedere.

Il Cnf ha risposto all’appello della Federazione dei medici garantendo vigilanza.

L’apprezzo molto. I Consigli dell’ordine devono vigilare attentamente su queste situazioni.

Come cambierà l’avvocatura?

La nostra professione risentirà, come sempre, delle crisi economiche, che generano un tipo o un altro del contenzioso. Sicuramente non cambierà il desiderio di essere partecipi di questo cambiamento e cercare di indirizzarlo sempre nel valore della conservazione dei diritti fondamentali del singolo, attraverso i quali si attua il benessere di tutti.