L'ex primo ministro pakistano e attuale leader dell’opposizione Imran Khan è stato arrestato praticamente in diretta televisiva, appena uscito fuori dall'Alta Corte nella capitale Islamabad. Con lui anche gli avvocati difensori che, secondo i suoi sostenitori «stanno subendo torture da parte dei paramilitari»

Il partito di Khan, il Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI) ha subito inscenato proteste a Karachi, Islamabad e Lahore, la polizia ha usato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere la folla, particolarmente tesa la situazione a Karachi dove i manifestanti si sono radunati sulla strada principale che attraversa la più grande città del paese.

L'arresto dell'ex primo ministro pakistano è solo l'ultimo atto di una vicenda cominciata nell'aprile dello scorso anno quando, a seguito di accuse per corruzione, Khan è stato estromesso a forza dalla sua carica. Secondo i suoi accusatori avrebbe dichiarato il falso circa la reale destinazione di alcuni regali di dignitari stranieri che in seguito sono stati venduti e i cui proventi sarebbero rimasti segreti.

E stato il ministro degli Interni Rana Sanaullah a dettagliare circa la reale entità dell'accusa. Si tratterebbe di un appropriazione indebita di denaro sottratto allo stato e depositato non nelle casse del Tesoro nazionale ma in un trust, denominato Al-Qadir, registrato a nome di Khan e di sua moglie. Il ministro ha reso note anche le cifre che ammonterebbero a 190 milioni di sterline britanniche (239 milioni di dollari), che è stato sequestrato nel Regno Unito.

Khan ha sempre negato di aver infranto qualsiasi legge. In un videomessaggio pubblicato mentre si recava a Islamabad, e rilasciato dal suo partito prima del suo arresto, l'ex PM ha fatto sfoggio di sicurezza dichiarando di detto di essere pronto per ciò che lo aspettava e che poi è effettivamente successo. Non un fulmine a ciel sereno dunque perché dal momento della sua caduta Khan ha dovuto fronteggiare diversi tentativi di arresto fermati dai suoi sostenitori. Non a caso il fermo è avvenuto per mano di forze paramilitari sollevando piu di qualche dubbio sulla correttezza del procedimento giudiziario.

In ogni caso l'uomo politico, ora settantenne, ha continuato a rappresentare l'esponente maggiore dell opposizione all'attuale governo, guidato da Shehbaz Sharif, e all'esercito pakistano il cui ruolo rimane decisivo per gli equilibri di potere anche in vista delle elezioni che si dovrebbero svolgere alla fine di quest anno. E proprio l'apparato militare è stato attaccato da Khan che, dopo essere stato interdetto da tutte le cariche pubbliche nello scorso ottobre, il mese successivo è scampato a un attacco armato contro il suo convoglio mentre teneva una marcia di protesta.

Khan ha pubblicamente fatto sapere di ritenere responsabili dell'attentato i vertici dell'esercito e dei servizi segreti che complottano da tempo per ucciderlo. La risposta è sempre stata sprezzante e minacciosa. Anche oggi infatti i militari lo hanno diffidato dal portare avanti accuse infondate minacciando ritorsioni gravi. Lo stesso attuale primo ministro Sharif ha rincarato la dose per le accuse rivolte allo stato maggiore: «deve essere abbondantemente chiaro che tu, come ex primo ministro, attualmente sotto processo per corruzione, stai rivendicando la legittimità di rovesciare il sistema legale e politico».

Parole che non sembrano avere comunque il senso di voler ricercare una verità che ancora rimane avvolta nel dubbio. Durante l'attentato Khan è rimasto ferito insieme ad altre 13 persone e uno dei suoi sostenitori è stato ucciso. Il presunto assalitore armato è stato immediatamente arrestato e la polizia ha successivamente pubblicato un video nel quale veniva mostrato in manette. Fin da subito le forze di sicurezza hanno assicurato che l'uomo avrebbe agito da solo.

Khan ora si trova in custodia del National Accountability Bureau (NAB) dove è stato sottoposto a una visita medica. Molto probabilmente mercoledì prossimo verrà portato in tribunale per essere giudicato relativamente ad altri capi di accusa che si sono accumulati in questi due anni, ma tutto si svolgerà in un clima di tensione con altre manifestazioni di protesta già annunciate.