Le autorità del Pakistan hanno arrestato oggi l'ex ministro degli Esteri Shah Mahmood Qureshi, vicepresidente del Movimento per la giustizia del Pakistan (Pti) e stretto collaboratore dell'ex premier Imran Khan, arrestato a sua volta due giorni fa. L'arresto di Qureshi è avvenuto nella notte, secondo un comunicato pubblicato sul suo profilo Twitter. Altri due leader del Pti, Asad Umar e Fawad Chaudhry, erano stati tratti in arresto nella giornata di ieri, mentre nel Paese montano le proteste e le violenze seguite all'incarcerazione dell'ex capo del governo. Nelle scorse ore sostenitori di Khan hanno preso d'assalto caserme ed edifici militari e saccheggiato l'abitazione di un generale a Lahore. Nelle violenze hanno perso la vita sino ad ora almeno cinque persone, e nel Punjab sono state arrestate piu' di 1.300 persone. La polizia di Islamabad ha riferito oggi che reparti dell'esercito hanno raggiunto la capitale. 

Proprio a Islamabad si è tenuta ieri la prima udienza sulla custodia di Imran Khan, arrestato su richiesta del National Accountability Bureau (Nab), organo anticorruzione e di contrasto dei reati finanziari, nell'ambito di un'inchiesta riguardante il fondo fiduciario Al Qadir University Project Trust (Aqupt). L'udienza si è svolta nella foresteria del quartier generale della polizia e non nel complesso giudiziario, e l'edificio è stato presidiato da più di 1.500 agenti di polizia. L'udienza è tenuta da un tribunale speciale (Accountability Court, giudice Muhammad Bashir), al quale il Nab ha chiesto che Khan sia trattenuto in custodia fisica per 14 giorni. I media pachistani riferiscono che l'ex premier è affiancato dagli avvocati Khawaja Haris, Faisal Chaudhry, Ali Gohar e Ali Bukhari. Il Pti, però, denuncia che il collegio difensivo non ha potuto incontrare l'assistito prima dell'udienza. Il Pti ha sostenuto anche che Khan è stato "sequestrato", "spintonato" e perfino "torturato" mentre il ministro dell'Interno, Rana Sanaullah, ha smentito che sia stato vittima di tortura. In giornata Khan potrebbe essere incriminato anche per il "caso Toshakhana", riguardante le presunte irregolarità nella gestione dei doni ricevuti da dignitari stranieri.

Ieri è stato arrestato anche il segretario generale del Pti, Asad Umar, mentre si trovava davanti all'Alta corte di Islamabad. Le circostanze non sono ancora chiare. L'Alta corte (giudice Aamer Farooq) martedì ha definito l'arresto di Khan legale. Il Pti, invece, lo contesta e ha presentato un ricorso alla Corte suprema. Khan, arrestato a Islamabad dal corpo paramilitare dei Rangers, è stato trasferito a Rawalpindi, in una cittadella fortificata, per motivi di sicurezza. L'arresto ha innescato proteste e scontri in diverse città. A Quetta, in un rogo sulla strada per l'aeroporto, un sostenitore del Pti è morto e altri sei sono rimasti feriti. Il vicepresidente del Pti, Shah Mahmood Qureshi, ha fatto appello per una "protesta pacifica" e ha annunciato una riunione del vertice del partito per decidere le prossime mosse. In diverse aree del Paesi sono stati vietati i raduni per prevenire incidenti e sono state bloccate le connessioni a banda larga.

Il fondo Aqupt è stato istituito per sostenere la creazione dell'Università Al Qadir, attualmente in costruzione a Sohawa, vicino Islamabad. Khan e' il fondatore e presidente dell'Aqupt, in cui sono coinvolti anche la moglie Bushra Bibi e due dirigenti del Pti, Zulfiqar Bukhari e Babar Awan. La prima pietra dell'università è stata posata il 5 maggio 2019, quando Khan era premier. Per il progetto dell'ateneo la società immobiliare Bahria Town ha donato alcuni terreni, donazioni sulla cui trasparenza ci sarebbero dei dubbi. Gli interrogativi si legano alle vicende giudiziarie del fondatore di Bahria Town, Malik Riaz, nel Regno Unito. Nel dicembre del 2019 il magnate immobiliare concluse con l'Agenzia anticrimine nazionale (Nca) britannica una transazione giudiziaria del valore di 190 milioni di sterline (50 miliardi di rupie), beni congelati per il sospetto che derivassero da concussione e corruzione.

Successivamente quella somma è stata trasferita alle autorità pachistane. La vicenda è riemersa l'anno scorso. L'attuale governo pachistano ha messo in dubbio la regolarità della procedura seguita dal precedente esecutivo e denunciato la sottrazione del denaro all'erario. Il denaro sarebbe stato trasferito alla Corte suprema per conto del magnate. Il sospetto, in sostanza, è che la situazione di Riaz sarebbe stata “aggiustata" in cambio di benefici indebiti. 

Khan, che è stato primo ministro dal 18 agosto 2018 al 10 aprile 2022, per i molti procedimenti a suo carico, sostiene di essere vittima di una persecuzione giudiziaria. L'ex premier, 70 anni, ha ancora un largo seguito e ha promosso diverse manifestazioni di protesta. Ogni provvedimento della giustizia incontra l'opposizione dei suoi sostenitori; spesso le contestazioni degenerano in violenza e sono seguite dall'apertura di nuove inchieste, anche per ipotesi di reato della gravità del terrorismo. Per il "caso Toshakhana", lo scorso 21 ottobre Khan è stato interdetto dalle cariche pubbliche per cinque anni dalla Commissione elettorale, che ha anche deferito il caso all'autorità giudiziaria, ritenendo Khan coinvolto in "atti di corruzione" per aver reso dichiarazioni false ed erronee. L'organismo elettorale si è pronunciato dopo aver esaminato un esposto ricevuto da politici della coalizione di governo e ascoltato la controparte, che ha ammesso la compravendita di alcuni doni (diversi orologi e gemelli, un anello e una penna) ricevuti da capi di Stato quando era primo ministro: Khan ha detto di aver comprato i doni dal Toshakhana per 21,56 milioni di rupie e di averli rivenduti per 58 milioni.