Tempi duri anche per l’avvocatura in Russia. Il giornale online indipendente della comunità giuridica, Lawyer Street, chiuderà definitivamente alla fine di settembre. La decisione degli avvocati-editori è irrevocabile ed è stata presa in quanto il ministero della Giustizia, che vigila pure sulle pubblicazioni internet, ha attribuito alla testata lo status di “agente straniero” lo scorso 21 aprile.

Lawyer Street, secondo le autorità giudiziarie, ha contribuito alla formazione di una “immagine negativa” della Russia. Troppo pericoloso, dunque, continuare a parlare di violazione dei diritti umani, di avvocati che difendono gli oppositori politici, di avvocati che criticano in prima persona le decisioni del Cremlino e del suo boss, Vladimir Putin. Il rischio di dover pagare multe salate o di finire dietro le sbarre ha indotto il capo della redazione, Ekaterina Gorbunova, a dare l’annuncio sui canali social di Lawyer Street. Un destino che comunque sembrava segnato: un paio di mesi fa le pubblicazioni del giornale online, fondato nel 2019, sono state sospese per poi riprendere con l’obbligo di inserire nel sito internet la dicitura “Appartiene a Meta, riconosciuta come organizzazione estremista e bandita”.
«Chiudere Lawyer Street – ha scritto Gorbunova sulla pagina Telegram del giornale - è una decisione molto difficile, ma ponderata. Ci sono diverse ragioni, ma la principale è lo status di “agente straniero” che è stato attribuito alla testata. Dopo aver aggiunto Lawyer Street sulla lista degli “agenti stranieri”, non abbiamo avuto molte opzioni per proseguire il lavoro del nostro progetto editoriale. Temo che alcuni lettori non saranno d'accordo e vorranno offrire aiuto o idee per salvare la testata. Li ringrazio in anticipo per l’attenzione». Sarà possibile sostenere economicamente Lawyer Street fino al 27 settembre per far fronte alle spese sin qui sostenute dal giornale e chiuderlo senza debiti.
Ekaterina Gorbunova ha anche riferito che prima del definitivo oscuramento del sito internet saranno pubblicati alcuni articoli sulle condizioni in cui sono costretti a lavorare gli avvocati russi, nel silenzio e nell’indifferenza dell’avvocatura ufficiale che fa capo alla Camera federale. In una intervista a Novaja Gazeta Europe, lo scorso aprile, Gorbunova ha evidenziato lo spirito che ha animato le pubblicazioni di Lawyer Street: «Fare un giornale degli avvocati, per gli avvocati e per ribadire l’importanza del rispetto del diritto di difesa in Russia. Ad essere sincera, ho percepito Lawyer Street come un progetto sperimentale, perché non sapevo come avrebbero reagito gli avvocati e se ci avrebbero sostenuto economicamente e con i loro articoli». Ekaterina per alcuni anni ha fatto parte della redazione di “Advokatskaya Gazeta”, il giornale della Camera federale degli avvocati (l’omologo russo del nostro Cnf). Lavorare con poca libertà l'ha indotta a provare un’altra forma di giornalismo. L'esperimento di dare voce all’avvocatura indipendente è riuscito anche se è durato meno di quattro anni.