Questa notte torna l’ora legale. Il cambio di orario - un’ora in avanti, dalle 2 alle 3 nella notte - coinciderà con la Pasqua. Si dormirà quindi un’ora in meno a fronte però di un’ora di luce in più. Le giornate sembreranno dunque più lunghe e vi sarà un risparmio energetico grazie al minore utilizzo dell’illuminazione elettrica. L’ora legale quest’anno resterà in vigore fino al 27 ottobre.

Secondo gli esperti della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) il passaggio da ora solare a ora legale e viceversa non sarebbe del tutto indolore, avendo effetti negativi su salute, energia, bollette, ambiente e tasche dei cittadini. In questi 7 mesi, stima Terna, «l’Italia risparmierà circa 90 milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 370 milioni di kWh che genererà, inoltre, un rilevante beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 170 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera». 

“Nella valutazione dell’impatto della modificazione dell’orario, oltre al risparmio energetico consideriamo i possibili rischi per la salute. Scegliamo un orario e manteniamolo tutto l’anno” afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) che, assieme a “Consumerismo No Profit”, ha avviato una raccolta firme per chiedere al Governo l'ora legale permanente. “È una possibilità prevista dall`Unione Europea che già nel 2019 ha approvato una direttiva che pone fine al doppio cambio orario durante l'anno, lasciando ampia discrezionalità agli Stati membri” afferma Alessandro Miani, presidente Sima. Dai calcoli dell’associazione, sul fronte energetico l'adozione dell`ora legale permanente tutto l'anno produrrebbe nel nostro Paese minori consumi di energia per circa 720 milioni di kwh equivalenti e, se si considerano solo le attuali tariffe della luce sul mercato tutelato, un risparmio in bolletta di circa 180 milioni di euro annui.

Dal 2004 al 2023, sempre secondo Terna, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 11,7 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2,2 miliardi di euro. In Italia l’ora legale nacque durante la prima guerra mondiale nel 1916 e rimase in uso fino al 1920. Dal 1940 al 1948 fu abolita e ripristinata diverse volte a causa del secondo conflitto mondiale finché, nel 1965, venne adottata definitivamente con la legge 503. Nel passaggio dall’ora solare a quella legale, a causa dell’ora di sonno in meno, sono in tanti a segnalare nelle settimane successive problemi come disturbi sulla concentrazione durante la giornata, depressione, senso di stanchezza, con difficoltà ad addormentarsi o a svegliarsi. Gli esperti, per adattarsi meglio al cambio, consigliano di anticipare gradualmente - magari di un quarto d’ora - gli orari dei pasti e il momento di andare a dormire. Anche l’attività fisica all’aperto può essere d’aiuto.

Da anni si discute sulla necessità di eliminare questo passaggio, dall'ora solare a quella legale e viceversa, che avviene due volte all'anno. «L'ora legale va mantenuta tutto l'anno», afferma da sempre il pediatra Italo Farnetani che chiama in causa la Costituzione. «L'articolo 32 recita che 'la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività», ricorda il medico all'Adnkronos Salute. Ma se questo è vero, osserva, «il cambio dell'ora rappresenta una duplice contraddizione». «Innanzitutto - spiega il professore ordinario di Pediatria dell'Università Ludes-United Campus of Malta - perché sono noti gli effetti benefici della luce sulla salute e sull'organismo», e quindi l'ora legale che “allunga” le giornate andrebbe resa perenne. «E poi perché interferire due volte all'anno», adesso e a fine ottobre quando si ripasserà all'ora solare, «sui ritmi cronobiologici dell'organismo non solo non è una promozione della salute, ma non è nemmeno nell'interesse della collettività. Perché creare un disagio all'organismo, che perdura per alcuni giorni con riflessi sul comportamento e il rendimento, è senza dubbio qualcosa di negativo».