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«Dobbiamo proteggere i nostri bambini dai contenuti sessualmente espliciti», così ha detto Charles Randklev, presidente del consiglio di amministrazione del distretto scolastico di Keller, (una area metropolitana nel Texas del nord che ospita oltre 35mila studenti) per giustificare il ritiro, assieme a un’altra quarantina di libri, del Diario di Anna Frank dalle biblioteche scolastiche, o meglio di una graphic novel ispirata al celebre Diario realizzata dal regista israeliano Ari Folman e dall’illustratore David Polonsky. Un’opera che il New York Times Book Review ha definito come «coinvolgente, di alto valore morale e specialmente adatta per i più giovani». Ora sarà sottoposta a «revisione» da parte del Comitato di genitori, dirigenti scolastici e «membri della comunità» per verificare la sua idoneità al giovane pubblico: «Gli scorsi anni abbiamo trovato libri decisamente inadeguati, anche opere pornografiche!», tuona Randklev. Chissà se si riferiva a The Bluest Eye, il romanzo della scrittrice afroamericana Toni Morrison che racconta gli amori di una ragazzina nera negli anni 40 sullo sfondo dei conflitti razziali, fatto sparire anch’esso dagli scaffali dei college assieme a tanti libri che affrontano tematiche razziali e di genere. Tra questi il famigerato Gender Queer di Maia Kobabe che per i cristianissimi esponenti del comitato di censura è un libro maledetto un po’ come i Versetti satanici per un fondamentalista islamico. Ma in cosa il Diario di Anna Frank sarebbe osceno? Per quali oscuri motivi il dramma della bambina ebrea olandese che ha illuminato intere generazioni sugli orrori del nazismo sarebbe oggi un’opera diseducativa? Per il momento non è dato saperlo ma la commissione promette che lavorerà in modo «trasparente» ce che presto deciderà nel merito. «I libri che soddisfano le nuove linee guida verranno restituiti alle biblioteche non appena verrà confermato che rispettano la nuova politica» si legge in una mail dei una dirigente del distretto pubblicata dal Texas Tribune. Lo zelo dei censori spesso flirta con il ridicolo, ma in Texas sull’argomento c’è ben poco da scherzare e il distretto scolastico di Keller è diventato in tal senso un vero e proprio laboratorio della cancel culture di destra (quella “progressista” invece tiene banco nei campus universitari per ricchi e nell’industria cinematografica). All’inizio del 2021 il governatore repubblicano ultraconservatore Greg Abbot aveva lanciato la crociata scrivendo una lettera al Segretario all’educazione in cui lo invitava a dichiarare guerra alla «pornografia» nelle scuole pubbliche e a spulciare tutte le biblioteche degli istituti. E poi ha mobilitato il Patriot Mobile Action, un comitato lobbista di integralisti religiosi che è riuscito a piazzare 11 rappresentanti nei consigli scolastici del nord del Texas. I più fanatici sono stati eletti proprio nel consiglio distrettuale di Keller e sono entrati in servizio lo scorso maggio. Gli effetti non hanno tardato a manifestarsi. Un rapporto di aprile di PEN America, un'organizzazione di difesa della libertà di parola, fotografa una realtà inquietante in cui l’offensiva per mettere al bando i volumi procede a ritmi esponenziali di anno in anno. Facendo delle biblioteche scolastiche un campo di battaglia dello scontro culturale. Il PEN ha rilevato che 1.586 libri sono stati vietati in 86 distretti scolastici da luglio 2021 a marzo 2022, colpendo oltre 2 milioni di studenti. Il Texas, si è classificato naturalmente al primo posto su altri 25 stati , con 713 libri censurati o vietati.