Trentatré guariti in più, per un totale di 622, e 133 nuovi decessi, per un totale di 366. Il nostro diventa così il secondo Paese per morti, dietro gli oltre 3mila morti della Cina, ma davanti ai 194 dell'Iran. Di questi 113 si sono verificati in Lombardia, 8 in Emilia, uno nelle Marche, cinque in Veneto, due in Liguria, due nel Lazio, uno in Puglia e uno in Friuli Venezia Giulia. Di questi 78 appartengono alla fascia d'età dagli 80 anni in su. Il numero di contagiati è salito di 1.326 casi, per un totale di 6.387 pazienti positivi, dei quali 2.180 in isolamento domiciliare, 3.557 ricoverati con sintomi, 650 in terapia intensiva e subintensiva. La mappa del contagio Ad annunciarlo, nella quotidiana conferenza stampa, è stato il capo della Protezione civile, Luigi Borrelli, affiancato da Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità. «Abbiamo una serie di contratti che ci consentiranno, a partire dal 12 marzo, di potenziare la distribuzione di mascherine chirurgiche  - ha spiegato Borrelli - per un totale di 22milioni». Ma si va alla ricerca di un fornitore in grado di consentire un approvvigionamento di mascherine pari ad un milione al giorno.   [embed]https://www.youtube.com/watch?v=DI_uohTuS60&feature=youtu.be[/embed]   Sulle criticità relative agli ospedali, Borrelli ha annunciato il trasferimento di 13 pazienti dalla Lombardia alle regioni limitrofe, per alleggerire il carico sulle strutture sanitarie. Cresce, intanto, il numero di forze in campo: sono circa 4mila gli operatori impegnati nell'emergenza e il numero delle tende messe a disposizione per le strutture di pre triage sono 412. «In alcune aree del Paese - ha poi sottolineato Brusaferro - è evidente che c'è una circolazione sostenuta locale, che è un elemento critico e va quindi contenuto. Le misure sono state adottate proprio in questa logica. La crescita ridotta nelle vecchie zone rosse, come Vò o Casalpusterlengo conferma che il sistema di contenimento ha funzionato». La misura più importante a disposizione rimane la distanza interpersonale, per ridurre la probabilità di diffusione del virus, ha sottolineato Brusaferro. Ciò vale in particolare per le zone più colpite, «ma nessuno di fatto oggi è immune», ha chiarito. Le misure vanno dunque mantenute, a prescindere dalla zona in cui ci si trova. «Non c'è una parte d'Italia immune, ma zone in cui allo stato attuale il virus circola di meno. Ma ciò dipende dai nostri comportamenti - ha ammonito -. Questo è il motivo per cui è stato adottato un provvedimento che mira a rendere consapevole ogni cittadino italiano di quanto sia importante l'adozione di questi strumenti. È ciò è indipendente da dove viviamo».   Coronavirus, ecco a chi rivolgersi: i numeri verdi regione per regione