«Rivolgo un commosso pensiero a Rinaldo Challancin, il vigile del fuoco volontario che ha perso la vita in Valle D’Aosta a causa del forte maltempo che si sta abbattendo in queste ore nelle regioni del Nord. Un abbraccio ai familiari, ai suoi cari. Siamo vicini a tutti i volontari e a tutte le forze in campo impegnate nelle difficili operazioni di soccorso. Sono in costante contatto con il capo della Protezione civile Angelo Borrelli. Stiamo assicurando un monitoraggio continuo, in pieno coordinamento con i territori, di questa emergenza, con particolare riguardo alla Valle D’Aosta, al Piemonte e alla Liguria. L’attenzione del Governo è massima». Lo scrive sui social il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che aggiunge: «Sono in costante contatto con il capo del Dipartimento della protezione civile Borrelli. Stiamo assicurando un monitoraggio continuo, in pieno coordinamento con i territori, di questa emergenza, con particolare riguardo alla Valle D’Aosta, al Piemonte e alla Liguria. L’attenzione del Governo è massima». Il Piemonte e la Liguria chiederanno lo stato d’emergenza per i danni causati dal maltempo di questa notte. Lo rende noto il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che questa mattina ha sentito il capo dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli e si è confrontato con il governatore della Liguria Giovanni Toti. Le due Regioni chiederanno insieme lo stato d’emergenza. Tutta la Giunta regionale del Piemonte è operativa in questo momento sul territorio e gli assessori stanno monitorando e presidiando fisicamente le aree più colpite. Cirio sottolinea poi «la preoccupazione per i dispersi, di cui sono ancora in corso le ricerche, e per gli enormi danni al territorio che i sindaci delle aree più colpite descrivono in alcuni casi peggiori del ’94». Piemonte Undici dispersi, 10 nel cuneese e uno in valsesia, interi paesi isolati, case e strade devastate. È estremamente critica la situazione che si è venuta a creare nella notte in molte zone del Piemonte in seguito alle forti piogge che si sono abbattute sulla regione a partire dal pomeriggio di ieri, provocando esondazioni, frane, allagamenti e ingenti danni a edifici e infrastrutture. Le zone più colpite l’alto cuneese e la Valsesia. Le forti piogge della notte hanno determinato la disalimentazione di 55.000 utenze elettriche, di cui 11.599 nel Cuneese,  14.200 nel Novarese, 14.000 nel Vco, 6.700 nel Vercellese e 4.500 nel Biellese. Gli operatori sono al lavoro per il ripristino del servizio. Al lavoro per fare fronte alla situazione 249 volontari, di cui 174 del Coordinamento regionale di Protezione civile, 72 del Corpo Antincendi Boschivi, 3 dell’Ana Liguria «La situazione più critica si è registrata nel ponente ligure, a Ventimiglia ad esempio, dove è esondato nella notte il Roja. Ci sono strade provinciali e statali interrotte, ma non vi è alcun paese completamente isolato: sono tutti in qualche modo raggiungibili per altri percorsi. Si sta già lavorando in tutta la provincia di Imperia per ripristinare le strade», ha spiegato il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, nel punto stampa sul maltempo che anticipa il sopralluogo di questo pomeriggio alle 16.30 proprio a Ventimiglia, per fare la conta dei danni. Val Roja, Val Nervia, Valle Arroscia hanno situazioni di viabilità particolarmente critiche. «Non abbiamo registrato feriti nè dispersi - ha aggiunto Toti - la maggior parte dei danni potranno essere sistemati nelle prossime 48, 72 ore». Valle D'Aosta Un vigile del fuoco volontario, Rinaldo Challancin, è morto questa mattina nel corso di un intervento di soccorso nella regione Valle d’Aosta colpita in queste ore dal maltempo. Il capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile, Angelo Borrelli, ha espresso in una nota profondo cordoglio per la scomparsa di Challancin, rinnovando «la stima e l’ammirazione per tutti coloro che quotidianamente nel nostro Paese offrono il loro impegno attraverso l’attività di volontariato, contribuendo alla tutela del territorio e soprattutto alla salvaguardia di vite umane anche a rischio della propria». Preoccupano i livelli dei corsi d’acqua, aumentati notevolmente nelle ultime ore. In particolare, sulla Dora Baltea è stata superata la soglia di moderata in corrispondenza degli idrometri di Aymavilles e Hone. Si segnalano inoltre superamenti di soglia nelle valli di Gressoney, Champorcher, Cogne, Valsavarenche, Valpelline e Gran San Bernardo. Nel frattempo, in via precauzionale sono stati chiusi al pubblico il castello di Issogne, il maniero di Verrès e il sito di Pont d’Ael nel comune di Aymavilles. Il centro funzionale regionale segnala inoltre che si prevedono precipitazioni a tratti intense fino a metà mattina, con neve in calo a 1.900-2.100 metri, deboli precipitazioni sparse fino a sera, precipitazioni in intensificazione in serata in alta valle, con neve a 1.800 metri. Lombardia Il maltempo delle ultime ore non ha risparmiato il bresciano dove si registrano fiumi esondati, frane isolate nelle valli e capannoni industriali scoperchiati dal vento arrivato a soffiare oltre 70 chilometri orari. In Valcamonica preoccupa uno smottamento a Breno, con i sassi che sono finiti su un’auto in transito. Altre frane sono state segnalate a Edolo e Malonno, dove un tratto della ciclabile è stato distrutto e tra Sellero e Cedegolo con l’Oglio che in alcuni tratti è esondato. A Brescia è stato scoperchiato il tendone della scuola calcio Pavoniana. In piazza Vittoria sono cadute alcune strutture montate per la fiera del libro Librixia. La forte pioggia ha causato allagamenti a Sale Marasino dove i telefoni sono andati in tilt per la caduta di alberi sulle linee. Venezia - la prima prova del Mose Sollievo e contentezza cancellano fra i veneziani anni di polemiche sul Mose: «Ci siamo svegliati con la sirena, eravamo pronti a metterci gli stivaloni e a restare a casa e invece abbiamo visto in Tv le paratie alzarsi e proteggere la città», spiega all’Agi la storica dell’arte veneziana Franca Lugato, sentita al telefono mentre cammina dalle parti di Rialto. «La sirena significa 135 centimetri di acqua alta, oltre il 50% della città sotto la laguna. Invece, le onde del mare si sono alzate, ma il Mose ha funzionato e ora siamo tutti all’asciutto. Sento in giro una grande positività, che supera anni di polemiche e discussioni». È ancora fresca in laguna la memoria della disastrosa «acqua granda» del novembre 2019, e oggi «cambia completamente lo scenario per tutti, i negozi, i veneziani, i turisti: siamo contenti e anche un pò emozionati, dopo tanti anni». Per la prima volta, le paratie del Mose sono state sollevate in condizioni di emergenza. «Finora il collaudo è avvenuto in condizioni atmosferiche normali. Oggi invece c’è lo scirocco, le onde: quindi il meccanismo funziona sul serio, e proprio ora un turista mi ha appena chiesto da dove si può vedere il Mose».