«Nene frequenta il liceo, la vado a prendere la mattina presto e andiamo a scuola assieme. Poi torniamo a casa. La metto nella cesta della bicicletta» dice Taro parlando del suo notebook dove appare un'attraente e formosa teenager virtuale. È Love Plus, un gioco di ruolo della Nintendo che simula un rapporto di coppia. Taro ha 39 anni, sono almeno quattro anni che vive una relazione simulata con Nene. «Se incontrassi una fidanzata vera dovrei pensare al matrimonio, per questo ci penso due volte prima di cercare una donna in tre dimensioni, ma si, mi piacerebbe incontrarla».Un recente studio del National Institute and Population Research ha evidenziato dei dati destabilizzanti: in Giappone il 44% di donne e il 42% di uomini single compresi tra i 18 e i 34, non hanno mai fatto sesso nella loro vita. Sarebbe a dire che la metà dei giovani single del Giappone tra i 18 e i 34 è vergine.Il Giappone possiede il più basso tasso di natalità del mondo se si pensa che negli ultimi sei anni la popolazione è scesa da 127 milioni nel 2010 a 126 milioni oggi. In realtà, la decrescita delle nascite non è un problema recente ma, secondo Noriko Tsuya, professoressa di Economia dell'Università di Keio e demografa, è un problema che risale agli ultimi anni settanta, con il boom dell'economia nipponica. «Giorno dopo giorno», afferma Noriko Tsuya, «la decrescita accelera. Continuando cosí, tra cinquant'anni perderemo un terzo della popolazione».Le ragioni di questa decrescita costante sono da ritrovare in un abbassamento della natalità e un alzamento dell'aspettativa di vita. I numeri, benchè noiosi, sono sorprendenti: quasi 66mila persone in Giappone superano i 100 anni. Se pensiamo che negli Usa i centenari sono circa 10 mila ma la popolazione americana è il triplo di quella giapponese, ecco che cominciamo a comprendere la portata dell'emergenza sociale. La cosa risulta ancora più allarmante leggendo i dati del ministero del Welfare, della Salute e del Lavoro: dopo la Seconda Guerra Mondiale vivevano 5.4 milioni di persone sopra i 65. Oggi sono 34 milioni, praticamente un terzo della popolazione complessiva.Nancy Snow, professoressa all'Università di Kyoto in Studi Stranieri, dichiara che il cambio dei costumi è strettamente legato al cambio economico. «Molti uomini sentono la loro individualità legata al loro salario e si sentono minacciati da donne che sempre di più cercano di acquistare potere lavorativo ed economico». Dopo l'università, i ragazzi che trovano un lavoro sanno che quello durerà tutta la vita, tralasciando la propria individualità, la famiglia e persino il sesso.Allo stesso tempo, le donne che stanno cercando di emergere in una società maschile e maschilista, si sentono trascurate e abbandonate da uomini che le guardano appena. Per una donna in carriera poi, entrare in una relazione, pianificare un futuro, dei figli, una famiglia, è un'arma a doppio taglio perchè significherebbe trascurare il proprio lavoro: in due parole, perderlo.A livello sociale, le regole che un giapponese "deve" seguire per parlare con una ragazza che non conosce, sono tante e scoraggerebbero il più spudorato dei latin lover. Il giapponese possiede tre codici linguistici che cambiano a secondo del contesto, della conoscenza che abbiamo della persona con cui parliamo, del ruolo nella società, del lavoro che facciamo, dell'età ecc. Questo significa che, ben più della nostra etichetta, il giapponese possiede una "gabbia" culturale che, anche se sentite come naturali, vieta di dire e fare cose che destabilizzerebbero la collettività, che è sempre da anteporre all'individualità.Le modalità della sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale, il forte senso di orgoglio e collettivismo tipico della mentalità giapponese e l'avvento del capitalismo moderno hanno creato un miraggio sociale e umano: lavorare di più, produrre di più, ad ogni costo, questo significava e significa sentirsi realizzati. Ma ció ha creato un paradosso: si lavora, si produce e si gioisce per l'azienda, per la collettività, ma ogni forma di piacere personale è soppresso per paura di creare scompigli nella comunità. Cosí Taro e come lui altri milioni di otaku preferiscono intrattenersi con donne virtuali. Preferiscono fantasticare con le eroine dei manga e degli anime, preferiscono recludersi in casa (il fenomeno degli hikikomori), preferiscono il suicidio (il Giappone detiene il più alto tasso di suicidi al mondo), piuttosto che rischiare di tirar fuori quello che provano e ricevere un'occhiataccia imbarazzante.Ma se le singole ruote di un ingranaggio perdono fiducia, abbandonano la loro esistenza che, in primis, è quella di essere umano e poi quella di ruota dentata di un più complesso insieme, ecco che tutto l'impianto, vanto della società giapponese, ristagna pericolosamente. «La società giapponese è un albero, ma le radici, i giovani lavoratori, sono molto più sottili della chioma, i pensionati e la gente anziana, che sta espandendosi molto più di quanto la base possa sopportare», afferma Noriko Tsuya.Le riforme economiche non sembrano smuovere una situazione fossilizzatasi nei costumi e nella mentalità. Le radici, ossia la forza lavoro, stanno scomparendo e con queste, i contribuenti che alimentano le casse dello stato. Al contrario la chioma, la gente anziana, riceve la pensione partecipando poco alla crescita. Risultato: finanze in rosso e crescita zero. Favorire l'immigrazione per aumentare la forza lavoro potrebbe essere un'opzione, ma le difficoltà di inserirsi in un ingranaggio cosí complesso, la lingua, i costumi, renderebbe inefficace a breve termine questa soluzione.Nella prefettura di Fukui, dal 2010 vengono offerti dal governo meeting per incontrare un partner. Shingo Sakatsume si autodefinisce un "sex helper" e offre un taller di disegno per maschi vergini a Tokyo. Con un blocco di fogli, gli uomini si siedono e ritraggono il corpo nudo di una modella che sta di fronte a loro. Poi parlano e conversano delle proprie problematiche sessuali. Takanobu Nishimoto ha cominciato ad offrire la sua compagnia a pagamento a persone sole che hanno bisogno di parlare. Adesso Takanobu riceve decine di richieste al giorno e "affittare un amico" è diventata una moda nel Sol Levante.Queste iniziative indipendenti e bizzarre volte alla comunicazione, all'apertura all'esterno della propria personalità, si stanno moltiplicando in Giappone. E appaiono ad oggi le uniche soluzioni umane, vere, di fronte a un problema che non conosce soluzione.