Ancora una notte di scontri e combattimenti a Gaza dove restano piantonati i tank e i soldati israeliani nel tentativo di avanzare e prendere posizioni nell’enclave palestinese. Un’operazione che, come ribadito dal premier Benyamin Netanyahu, ha due obiettivi: «Demolire Hamas e riportare indietro gli ostaggi». Proprio di loro ha parlato ieri Hamas proponendo uno scambio coi detenuti palestinesi.

Nel frattempo, sul fronte diplomatico, ci sono state scintille tra Ankara e Tel Aviv dopo che il presidente turco Erdogan ha parlato di Israele come criminale di guerra. Immediata la risposta dello Stato Ebraico che ha deciso di richiamare i suoi diplomatici dalla Turchia.

Riprendono gradualmente a funzionare servizi telefoni e internet

«I servizi di telecomunicazione (linea fissa, mobile e Internet) nella Striscia di Gaza, interrotti venerdì 27 ottobre 2023 a causa dell’aggressione in corso, verranno gradualmente ripristinati», ha comunicato su X la Palestine Telecommunications Company (Paltel).

Il blackout ha tenuto fuori dalla striscia di Gaza gli aiuti internazionali per tutta la giornata di sabato. Nebal Farsakh, portavoce della Mezzaluna Rossa palestinese, ha dichiarato all'agenzia di stampa Associated Press che la comunicazione a Gaza è stata impossibile e che le squadre all'interno di Gaza non potevano connettersi con la Mezzaluna Rossa egiziana o con il personale delle Nazioni Unite.

Prima di sabato, un totale di 84 camion umanitari sono stati fatti entrare a Gaza, una cifra esigua per una popolazione di 2,3 milioni di persone che necessitano di elettricità, cibo, forniture mediche e acqua potabile pulita.

Netanyahu: «Sarà una guerra lunga e dura»

La guerra di Israele contro i miliziani di Gaza sarà «lunga e difficile», ha avvertito il primo ministro Benjamin Netanyahu, mentre Hamas chiedeva il rilascio di tutti i prigionieri palestinesi in cambio degli ostaggi sequestrati tre settimane fa. Le Nazioni Unite hanno avvertito che altre migliaia di civili potrebbero morire a Gaza, mentre Israele ha dichiarato che le forze di terra stanno ancora operando all'interno del territorio gestito da Hamas, più di 24 ore dopo il suo ingresso venerdì. Il conflitto è il quinto e il più letale a Gaza da quando Israele ha ritirato unilateralmente truppe e coloni dal territorio palestinese nel 2005. Il responsabile Onu per i diritti umani, Volker Turk, ha avvertito delle «possibili conseguenze catastrofiche di operazioni di terra su larga scala a Gaza», affermando che «altre migliaia di civili» potrebbero morire.

Gli intensi attacchi contro Hamas, che governa Gaza dal 2007, hanno fornito copertura alle forze di terra israeliane per intensificare le operazioni. «Da ieri sera, forze combinate di combattimento di mezzi corazzati, genieri e fanteria hanno operato sul terreno nel nord della Striscia di Gaza», ha detto l'esercito. Israele ha ammassato decine di migliaia di truppe lungo il confine di Gaza, alimentando le aspettative di un'invasione in piena regola, con i suoi soldati che hanno effettuato incursioni di terra limitate mercoledì e giovedì. «Questa è la seconda fase della guerra i cui obiettivi sono chiari: distruggere le capacità militari e di leadership di Hamas e riportare a casa gli ostaggi», ha detto Netanyahu in una conferenza stampa. «La guerra nella Striscia sarà lunga e difficile e noi siamo preparati», ha detto, descrivendo una «prova esistenziale» per Israele.

Il ministro della Difesa Yoav Gallant in precedenza aveva affermato che «siamo entrati in una nuova fase della guerra» poiché «la terra a Gaza tremava» a causa degli attacchi israeliani. «Abbiamo attaccato sopra e sotto terra», ha detto Gallant, alludendo alla rete di tunnel che Hamas ha costruito sotto Gaza. Aerei da combattimento israeliani hanno lanciato volantini sulla città di Gaza avvertendo i residenti che l'area era ormai un «campo di battaglia». «I rifugi nel nord di Gaza e nel governatorato di Gaza (città) non sono sicuri», ha detto l'esercito, esortando i residenti a «evacuare immediatamente» verso sud. L'esercito aveva già lanciato avvertimenti simili all'inizio della campagna, ma molti di coloro che erano fuggiti hanno finito per tornare a casa dopo non essere riusciti a trovare rifugio.

Il braccio armato di Hamas si è detto pronto a rilasciare gli ostaggi sequestrati se Israele avesse liberato tutti i prigionieri palestinesi detenuti. Idf bolla la proposta come «terrore psicologico». «Il prezzo da pagare per il gran numero di ostaggi nemici nelle nostre mani è svuotare le carceri (israeliane) di tutti i prigionieri palestinesi», ha detto il portavoce delle Brigate Ezzedine al-Qassam Abu Obeida. «Se il nemico vuole chiudere in un colpo solo questa cartella di detenuti, siamo pronti. Se vuole farlo passo dopo passo, siamo pronti anche a questo», ha aggiunto. Il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, ha detto che il gruppo è pronto a fare uno scambio «immediato». Secondo l'esercito israeliano, a Gaza sono trattenuti circa 230 ostaggi, e funzionari affermano che dozzine di loro sono stranieri o con doppia cittadinanza. Le Brigate hanno affermato che «quasi 50» degli ostaggi erano stati uccisi negli attacchi israeliani.

Di fronte alla crescente rabbia per la sorte dei prigionieri mentre Israele intensifica la sua guerra contro Hamas, Netanyahu ha incontrato i rappresentanti dei parenti degli ostaggi. Ifat Kalderon, il cui cugino Ofer Kalderon si ritiene sia detenuto a Gaza insieme ai membri della sua famiglia, ha detto di sostenere l'idea del rilascio dei prigionieri in cambio degli ostaggi. «Prendeteli, non ne abbiamo bisogno qui. Voglio che la mia famiglia e tutti gli ostaggi tornino a casa». Netanyahu non ha assunto alcun impegno per alcun accordo di scambio, ma ha assicurato alle famiglie degli ostaggi che Israele «esaurirà ogni opzione per riportarli a casa».

Raisi: «Le mosse di Israele hanno oltrepassato la linea rossa»

Le mosse di Israele «hanno oltrepassato la linea rossa, il che potrebbe costringere molti ad agire». A dirlo il presidente iraniano Ebrahim Raisi, che ha aggiunto: «Washington ci chiede di non fare nulla, ma sono molto favorevoli a Israele» Gli Stati Uniti «hanno inviato un messaggio all'Asse della Resistenza (le forze sostenute dall'Iran in Medio Oriente, ndr), ma hanno ricevuto una risposta chiara sul campo di battaglia», ha detto Raisi su X (Twitter).

I politici israeliani criticano la dichiarazione di Netanyahu

Ad accusare il primo ministro Benjamin Netanyahu è però anche l'ex ministro degli Esteri israeliano Gabi Ashkenazi, che oggi su X, ha chiesto al leader di Israele di rimuovere un tweet in cui affermava di non aver ricevuto alcun preavviso su una possibile guerra con Hamas.

Anche il leader dell'opposizione Yair Lapid si è rivolto a X, scrivendo «Netanyahu ha oltrepassato la linea rossa» e «mentre soldati e comandanti dell'Idf stanno combattendo valorosamente contro Hamas e Hezbollah, sta cercando di incolparli invece di sostenerli», come riporta Haaretz.

Il presidente del partito laburista Merav Michaeli ha scritto che «mentre i nostri figli mangiano razioni di battaglia nella Striscia di Gaza... Netanyahu siede imbronciato nel suo ufficio, con sigari e champagne, e incolpa i comandanti dell'esercito per il disastro di Simchat Torah».

Sabato sera Netanyahu ha affermato di non aver ricevuto alcun avvertimento sulle intenzioni di Hamas di iniziare una guerra contro Israele, e ha incolpato le agenzie di sicurezza – in particolare nominando il capo dell'intelligence militare dell'Idf Aharon Haliva e il capo dello Shin Bet Ronen Bar – per il fallimento che ha portato all'attacco del 7 ottobre.