«Tra Tesla, Starlink e Twitter potrei essere la persona che ha più dati in tempo reale di chiunque altro mai nella storia». Sta tutto in questa frase disarmante, pronunciata nell'aprile del 2023, l'immenso potere di Elon Musk, uno dei pochi uomini al mondo capace da solo di competere con parecchi Stati. Perché possedere i dati di milioni di persone, elaborali e analizzarli correttamente significa accumulare un immenso potere di carattere economico, politico e strategico. Significa controllare il mercato e il sistema globale di accesso alle informazioni. Lo strumento principe per perseguire lo scopo si chiama Space X, l'azienda aerospaziale di Elon Musk specializzata nella produzione di razzi (che forniscono servizi anche alla Nasa), di navicelle (per il turismo spaziale) e, soprattutto, di satelliti per uso civile ma anche militare (per la fornitura di internet).

Si chiama Starlink la costellazione di satelliti concepita dal proprietario di Tesla per consentire l'accesso alla Rete anche dagli angoli più remoti del pianeta. Una “scuderia” impressionante di oggetti orbitanti di cui è difficile tenere il conto. Di certo sono più di 5 mila i satelliti lanciati nello spazio da SpaceX, ma è solo un numero indicativo, destinato a continui aggiornamenti, viste le costanti nuove “spedizioni”. «La maggior parte dei servizi internet via satellite proviene da singoli satelliti geostazionari che orbitano intorno al pianeta a oltre 35.786 km. Di conseguenza, il tempo impiegato dai dati per il percorso di andata e ritorno tra l'utente e il satellite, noto anche come latenza, è elevato, e rende quasi impossibile supportare lo streaming, il gioco online, le videochiamate o altre attività ad alta velocità di trasmissione dei dati», si legge sul sito della società. «Starlink è una costellazione di migliaia di satelliti posti su orbite molto più vicine alla Terra, a circa 550 km, e copre l'intero globo. Poiché i satelliti Starlink si trovano in un’orbita bassa, la latenza è significativamente inferiore, circa 25 ms rispetto a valori superiori ai 600 ms». Nessuno, in altre parole, è capace di fornire gli stessi servizi dell'azienda di Musk. Perché «come fornitore leader al mondo di servizi di lancio, SpaceX è l'unico operatore via satellite con la capacità di lanciare satelliti in base alle proprie esigenze. Grazie a lanci frequenti e a basso costo, i satelliti Starlink vengono aggiornati costantemente con le tecnologie più recenti».

Ma la banda larga di Musk non è solo uno strumento al servizio dei comuni cittadini. Sempre più spesso la sua “costellazione” finisce per stuzzicare gli appetiti anche degli eserciti. Sembra passata un'era geologica da quando l'infrastruttura satellitare Starlink consentiva agli ucraini di accedere alla connettività (anche per scopi militari) dopo il crollo dei sistemi di comunicazione interni colpiti dai russi durante le prime fasi della guerra: all'epoca Musk era considerato quasi un patriota da Zelensky e dal quartier generale di Kiev. Poi qualcosa si rompe nel rapporto con i leader ucraini fino al lancio di accuse di pochi giorni fa: Starlink verrebbe utilizzato dalle armate russe per annientare le mosse dell'esercito di Kiev. Attacchi rispediti al mittente da parte di SpaceX, che rischierebbe sanzioni pesantissime qualora stringesse accordi con paesi sotto embargo come la Russia.

L'azienda «non fa affari di alcun tipo con il governo russo o con i suoi militari », hanno immediatamente precisato dall'industria aerospaziale. «Se SpaceX viene a conoscenza del fatto che un terminale Starlink viene utilizzato da una parte sanzionata o non autorizzata, indaghiamo sulla richiesta e, se confermata, intraprendiamo azioni per disattivare il terminale». Eppure il rischio di intromissione “nemica” nel sistema di comunicazioni satellitari esiste ed è concreto e manda in allarme gran parte degli Stati maggiori occidentali. Del resto, nel caso del teatro ucraino, non è la prima volta che Musk finisce al centro delle polemiche. Come quando nel 2022, l'uomo più ricco al mondo decise di disattivare la rete di comunicazione Starlink durante un attacco di droni ucraini contro la flotta russa in Crimea. Una sorta di atto di tradimento per il consigliere di Zelensky Mykhailo Podolyak, che proprio su X commentò: «Non consentendo ai droni ucraini di distruggere parte della flotta militare russa tramite Starlink, Elon Musk ha permesso a questa stessa flotta di lanciare missili Kalbir contro le città ucraine, che hanno provocato la morte di bambini e civili».

Ma per quanto Kiev storca il naso, senza Starlink gli ucraini avrebbero già perso la guerra, secondo quanto riportato sul New York Times. E Musk ne è consapevole, è consapevole del suo potere. Per questo non si cura delle rimostranze di qualcuno, di uno Stato, che nel rapporto di forza con l'uomo più ricco del mondo sarebbe destinato a soccombere. Anzi, il padrone di Tesla si spinge pure oltre, arrivando a sostenere la necessità della sospensione degli aiuti a Kiev. «I soldi non aiutano l'Ucraina. Prolungare la guerra non aiuta l'Ucraina», ha detto il 13 febbraio l'uomo delle stelle, suggerendo al governo americano di interrompere ogni sostegno. «L'America vuole fare la parte del buono, vuole aiutare. Molti paesi non sono disposti a farlo. Il problema è che prolungare la guerra provoca la morte dei migliori giovani dell'Ucraina. Anche i russi non vogliono andare a combattere. È tutto sbagliato», ha detto Musk. «Non c'è nessuna possibilità», che Putin perda la guerra o che ponga fine alle ostilità. «Se arretra, verrà ucciso. Quelli che vogliono un cambio di regime in Russia, dovrebbero pensare a chi sarebbe la persona in grado di rimuovere Putin. Una persona favorevole alla pace? Probabilmente no. Probabilmente sarebbe anche più dura di Putin». Se Trump venisse fermato prima di arrivare alle elezioni, i repubblicani avrebbero forse un altro miliardario, ma già molto più potente, pronto a sostituirlo.