Prosegue la guerra tra Russia e Ucraina, con Mosca che non esclude di «prendere il controllo» delle città ucraine, garantendo «la massima sicurezza della popolazione». Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov citato dai media russi, accusando gli Stati Uniti e l'Unione Europea di "provocare" Mosca affinché assalti le città dell'Ucraina. «All'inizio dell'operazione - ha aggiunto- il presidente russo ha incaricato il ministero della Difesa di astenersi da un assalto immediato alle grandi città, tra cui Kiev, poiché formazioni armate nazionaliste avevano posizionato pesanti equipaggiamenti militari proprio nelle zone residenziali». Le operazioni militari in aree densamente popolate «avrebbero provocato inevitabilmente pesanti perdite tra i civili», ha notato Peskov, sottolineando che «l'operazione è stata pianificata proprio tenendo conto di questa indicazione». Intanto il corridoio umanitario di Mariupol, dove sono stati uccisi circa 2.400 civili dal 24 febbraio, è stato sbloccato. Molti residenti hanno già lasciato la città in direzione di Zaporozhye. Mentre il vice primo ministro ucraino Iryna Vereshchuk ha informato che i bombardamenti delle forze russe stanno ancora impedendo la consegna di aiuti umanitari alla città portuale. Un convoglio ha cercato invano di raggiungere la città assediata per fornire aiuti e aiuto evacuare donne e bambini. Da Mosca, invece, il ministero della Difesa ha fatto sapere che il primo carico di aiuti umanitari a Mariupol è stato consegnato.